mercoledì 27 novembre 2013

Santo Berlusconi martire prega per noi

“Io non ho paura” dice Berlusconi dalla fossa dei leoni. Nella sua personale narrazione gioca il ruolo del martire: perseguitato, umiliato e offeso.

Anzi, è molto di più di un martire è un protomartire come Santo Stefano, il primo cristiano morto per la fede. I suoi sostenitori reggono il gioco narrativo. Sono ora davanti a Palazzo Grazioli con i rami di ulivo in mano.

La celebrazione diventa liturgia. L’uomo politico pregiudicato diventa santo. Il peccato diventa miracolo.


giovedì 14 novembre 2013

Olivetti e Jobs: parlare futuro

Adriano Olivetti e Steve Jobs sono stati due sognatori che hanno avuto la capacità di condividere le proprie visioni attraverso gli oggetti che hanno prodotto e le parole che hanno pronunciato. Hanno sfatato quel falso mito che vuole che affabulatori, narratori e retori siano cialtroni buoni a nulla.

Non è così: gli affabulatori, i narratori e i retori possono far crescere la produttività del 500% in poco più di dieci anni come ha fatto Olivetti o trasformare il silicio in life style come Jobs.

Se vuoi sapere come parlavano Olivetti e Jobs, vai su Huffingtonpost
:
http://www.huffingtonpost.it/flavia-trupia/olivetti-e-jobs-parlare-futuro_b_4271574.html


venerdì 8 novembre 2013

Il “credo” dell’oratore Olivetti

La fiction “La forza di un sogno” ha portato alla luce un personaggio chiave della storia dell’impresa italiana.

È naturale chiedersi come parlava Olivetti, qual era la sua cifra oratoria. Nelle raccolta di discorsi pubblicata da Edizioni di comunità appare uno stile ricco di riferimenti religiosi. Adriano era ebreo da parte di padre, ma si era convertito al cattolicesimo nel 1949.

È raro, anzi rarissimo, trovare un linguaggio religioso in azienda. Olivetti, fa eccezione: il suo dire era originale come il suo stile imprenditoriale. Adriano era convinto che l’uomo possedesse una “fiamma divina”:

“Il tentativo sociale della fabbrica di Ivrea […], risponde a una semplice idea: creare un’impresa di tipo nuovo al di là del socialismo e del capitalismo giacché i tempi avvertono che nelle forme estreme in cui i due termini della questione sociale sono posti, l’uno contro l’altro, non riescono a risolvere i problemi dell’uomo e della società moderna. […] La nostra Società crede perciò nei valori spirituali, nei valori della scienza, crede nei valori dell’arte, crede nei valori della cultura, crede, infine, che gli ideali di giustizia non possano essere estraniati dalle contese ancora ineliminate tra capitale e lavoro. Crede soprattutto nell’uomo, nella sua fiamma divina, nella sua possibilità di elevazione e di riscatto.”

E l’anafora, la ripetizione di “crede”, rende il discorso preghiera.

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. […]

Credo nello Spirito santo…