venerdì 4 marzo 2016
martedì 9 febbraio 2016
Gara di retorica: detenuti contro studenti universitari
Una sfida all’ultima parola tra Regina Coeli e Tor Vergata
Il 5 marzo 2016, alle 10, si terrà a Roma, nel carcere di Regina Coeli, un duello di retorica tra detenuti e studenti.
L’iniziativa è organizzata da PerLaRe, Associazione Per La Retorica, insieme alla Crui, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, alla Casa Circondariale di Roma Regina Coeli, all’Università di Tor Vergata.
Il confronto dialettico ha l’obiettivo di premiare la squadra che è maggiormente in grado di difendere la propria tesi con argomentazioni credibili, senza perdere la calma, sbraitare o insultare. Un sofisticato esercizio di auto-controllo e di civiltà, che consiste nell’affermare le proprie ragioni solo con lo strumento pacifico della parola.
Le due squadre sono chiamate a sostenere posizioni opposte che riguardano uno stesso argomento di attualità. Le posizioni da sostenere vengono assegnate indipendentemente dalle opinioni personali dei componenti delle squadre.
Sia i detenuti che gli studenti verranno preparati allo “scontro” da PerLaRe, Associazione Per La Retorica. Le due squadre sceglieranno tre portavoce ciascuna, che le rappresenteranno nel dibattito del 5 marzo. Una giuria – composta da un linguista, un comunicatore, un giornalista, un avvocato e un manager – decreterà la squadra vincitrice.
L’iniziativa ha un precedente. Il Bard college di New York ha avviato un programma di riabilitazione nei penitenziari, che prevede la realizzazione di gare di retorica. Nel settembre 2015, i detenuti del carcere Eastern Correctional Facility di New York si sono confrontati con gli studenti di Harvard, sconfiggendoli in un duello basato solo sulla forza delle argomentazioni.
Le gare di retorica hanno l’obiettivo di preparare i partecipanti ad affrontare la vita e il lavoro, contesti in cui è inevitabile confrontarsi con opinioni diverse. E, in queste occasioni, saper usare lo strumento della parola può fare la differenza.
Per assistere al dibattito del 5 marzo, scrivete a info@perlaretorica.it entro il 26 febbraio 2016.
www.perlaretorica.it
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mercoledì 30 dicembre 2015
Il gufetto e la prosopopea di Renzi
Le vie del
populismo sono infinite. Nella conferenza stampa di fine anno, Matteo Renzi ha
illustrato la “storia” del 2015, mettendo in campo un gufetto parlante nel
ruolo del saccente e fastidioso antagonista. Una prosopopea, una figura
retorica che consiste nel far parlare esseri inanimati o animali, proprio come
avviene nelle favole. Il lupo tentatore di cappuccetto rosso, il grillo
so-tutto-io di Pinocchio, fino ad arrivare ai tre porcellini che disquisiscono
di tecniche architettoniche.
Al di là
del giudizio politico – che non è oggetto di questo blog – con il gufetto il
premier ha attivato almeno tre strategie classiche del populismo: il parlare
agli occhi, rappresentando con un animale portatore di sfiga l’opposizione
politica; la polarizzazione, obbligando l’uditorio a una scelta forzata (o con
me o contro di me); l’individuazione di un nemico, costringendo chi non è d’accordo
ad assumere il ruolo dello iettatore.
Per
allontanare da sé l’etichetta di “populista”, Matteo ricorre a una battuta: “politica
batte populismo quattro a zero”. Excusatio non petita?
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sabato 26 dicembre 2015
I sì, i no, i ni e i mai del parlare in pubblico
Flavia Trupia e Andrea Granelli firmano un articolo sul parlare in pubblico, per Corriere della Sera Innovazione. Consigli pratici per chi ritiene di non essere un grande oratore e per chi ritiene di esserlo, ma forse…
sabato 19 dicembre 2015
Le immagini-tatuaggio del cinema
Quali sono le immagini dei film che rimangono in mente per sempre, quelle metafore visive che si tatuano nella nostra memoria?
Il re Leone ancora cucciolo che viene presentato ai suoi sudditi, gli innamorati di Titanic con le braccia ad ali d’uccello, il lui e la lei di Ghost che si amano davanti a un tornio, la mano del Gladiatore che sfiora il grano, le terrificanti gemelle di Shining, la classe in piedi sui tavoli de L’attimo fuggente, il gesto dell’ombrello dei Vitelloni (“lavoratori!”)…
Ce ne sono altre? Sicuramente sì. Guarda la gallery in http://www.perlaretorica.it/le-immagini-tatuaggio-del-cinema/
Il re Leone ancora cucciolo che viene presentato ai suoi sudditi, gli innamorati di Titanic con le braccia ad ali d’uccello, il lui e la lei di Ghost che si amano davanti a un tornio, la mano del Gladiatore che sfiora il grano, le terrificanti gemelle di Shining, la classe in piedi sui tavoli de L’attimo fuggente, il gesto dell’ombrello dei Vitelloni (“lavoratori!”)…
Ce ne sono altre? Sicuramente sì. Guarda la gallery in http://www.perlaretorica.it/le-immagini-tatuaggio-del-cinema/
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venerdì 18 dicembre 2015
La versione di Boschi
Abbiamo di fronte il prossimo premier? Forse sì. Oggi Maria
Elena Boschi, nel suo discorso sulla mozione di sfiducia, ha dimostrato
capacità oratoria e tenuta psicologia. Una 34enne che non si è fatta intimidire
dalle difficoltà della politica.
“Dov’è il favoritismo nell’aver fatto perdere a mio padre l’incarico?”
è la domanda retorica del ministro.
Ma il punto emozionale del discorso arriva con l’Erlebnis,
la narrazione personale che diventa storia universale. Uno stra-classico dell’oratoria:
“Lasciatemi dire però quello che ho nel cuore: io amo mio
padre e non mi vergogno a dirlo. Mio padre è una persona per bene. Io sono
fiera di lui e sono fiera di essere la prima nella famiglia Boschi a essersi
laureata. Lui figlio di contadini che, per andare a scuola a diplomarsi, ogni
giorno faceva 5 chilometri all’andata e 5 al ritorno e quaranta minuti di
treno. Questa è la storia semplice, umile, ma forte della mia famiglia.”
Poi, una versione elegante dei “gufi e rosiconi” di Renzi:
“So che fare il ministro a 34 anni può attirare invidie e
maldicenze. Non mi fanno paura.”
Non stentiamo a crederlo.
Tutto sulla retorica e l'oratoria, qui: http://www.perlaretorica.it/
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domenica 13 dicembre 2015
Matteo Renzi alla Leopolda: l’oratoria del bicchiere strapieno
L’oratoria di Renzi non è definibile come “quella del bicchiere mezzo pieno”, ma come “quella del bicchiere strapieno”. Dopo averlo ascoltato, ci si chiede perché passiamo le giornate a lamentarci del nostro Paese e delle sue opportunità perdute. Ostentare ottimismo è una grandissima dote in politica e, più in generale, nella leadership. Renzi lo sa bene.
Continua...
http://www.perlaretorica.it/matteo-renzi-alla-leopolda-lor…/
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