martedì 19 luglio 2011

Dipendenti comunali = Fantozzi? È l’ultima mazzata del rottamatore Matteo Renzi

Il sindaco di Firenze paragona i propri dipendenti a una maschera della commedia dell’arte contemporanea come lo sono stati un tempo Arlecchino, Colombina e Truffaldino.

Con la sua ben nota capacità di sintesi, in un’intervista su SpotWeek, Renzi appiccica l’etichetta Fantozzi agli impiegati comunali.

«Mi ritrovo con dipendenti che timbrano alle 14 e già un quarto d’ora prima sono in coda col cappotto nel cortile, pronti per uscire.»

Il paragone è offensivo e violento, ma è reso più digeribile dall’argomentazione che lo accompagna:

«Io nono denigro i dipendenti. Dico solo che in un momento in cui aumentano i cassintegrati e la disoccupazione e un’intera generazione vive la precarietà come condizione esistenziale, la responsabilità di chi ha un contratto a tempo indeterminato nel settore pubblico deve raddoppiare.»

Con un poco di zucchero la pillola va giù?

venerdì 15 luglio 2011

Vendola e la sua antipatia per i “compagni”


Carlo Levi titolava un suo romanzo: “la parole sono pietre”. È anche l’opinione di Nichi Vedola, il retore dei nostri tempi, che è convinto che le parole possano essere pietre, sì, ma al collo.

Il leader di Sel ha mandato in pensione il termine “compagni”, preferendogli “amici” di memoria democristiana, ma sicuramente meno connotato.

Il web è insorto. I militanti hanno gridato allo scandalo e al rischio di perdere un importante filo identitario.

Che dire?

La parola “compagni” appartiene sicuramente al passato, non al futuro. Chi non ricorda il reperto canterino del giurassico

Compagni dai campi e dalle officine

prendete la falce e portate il martello

scendete giù in piazza e picchiate con quello

scendete giù in piazza e affossate il sistema.”

Tuttavia eliminarla in modo esplicito produce un comprensibile effetto di horror vacui negli affiliati. Le asportazioni chirurgiche, in fatto di linguaggio, funzionano raramente perché è l’uso che vince. Lo sanno bene i puristi che tentano di eliminare gli anglicismi dall’italiano. Mission: impossibile.

Meglio il cambiamento di fatto, senza dichiarazioni programmatiche.

lunedì 11 luglio 2011

I precari della scuola sfidano Brunetta con un chiasmo

La protesta e la retorica sono parenti stretti. Lo sanno bene i precari della scuola che, attraverso i social network, si erano organizzati per manifestare al matrimonio di Renato Brunetta a Ravello.

È andato tutto a monte perché – proprio per evitare problemi - il ministro ha deciso di anticipare alla notte tra sabato e domenica la cerimonia che si sarebbe dovuta tenere alle 19,30 di ieri.

Rimane comunque un gioco di parole ben riuscito.

Facendo riferimento alla definizione di Brunetta del 12 giugno, precari = Italia peggiore (vedi post le 18 giugno), i manifestanti hanno costruito un chiasmo, un incrocio di parole in forma di X:

«l'Italia peggiore ha voglia di incontrare la peggiore Italia»

Lo Schema è AB – BA: Italia peggiore (AB) – peggiore Italia (BA).

Chi non ricorda il motto dei Moschettieri di Alexandre Dumas?

«Uno per tutti

tutti per uno»

La cerimonia di matrimonio passa, il chiasmo resta.

mercoledì 6 luglio 2011

Appello all’Agcom contro la censura della Rete

Siete fan dello sterminato giacimento culturale, creativo e informativo di Internet e volete proteggerlo?

La delibera dell’Agcom per tutelare il diritto d’autore rischia di intaccare la ricchezza di questo giacimento.

In pratica, un Sito potrà essere bloccato se contiene musiche e filmati protetti da copyright.

Se credete, inviate una e-mail di protesta al presidente di Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (cliccate qui).

martedì 5 luglio 2011

Parole potenti? Saldi, saldi, saldi



Dai discorsi alle parole potenti. Lo è sicuramente “saldi”.

Domenica i No Tav hanno attirato l’attenzione sui commenti della manifestazione postati in diretta su Twitter, inserendo la parola chiave “saldi”.

In questo modo, tutti coloro che erano a caccia di shopping scontato, sono finiti a leggere la cronaca della manifestazione.

Certe parole sono magiche.

venerdì 1 luglio 2011

Alfano, il partito dell’onestà e la spremuta di olive

Cosa c’entra la spremuta di olive con il Pdl? C’entra.

Oggi Angelino Alfano, acclamato segretario del Pdl, ha dichiarato di fronte a una folla entusiasta:

«Dobbiamo lavorare per il partito degli onesti. Presidente, lei - dice rivolgendosi a Berlusconi - è stato un perseguitato dalla giustizia perché nel '94, aveva 58 anni, e non è possibile che fino ad allora non era successo niente e, poi, quando è entrato in politica le è successo di tutto con riferimento al passato. Lei è un perseguitato, ma ho l'onestà di dire che non tutti lo sono».

Sembra che il Pdl sia intenzionato a ricostruire la propria credibilità, i pubblicitari direbbero il proprio “posizionamento”: la percezione di un prodotto da parte di noi consumatori. Nel marketing, naturalmente, la percezione ci viene “suggerita” dal produttore.

L’olio extravergine Monini afferma il suo posizionamento di genuinità, associando al marchio lo slogan “Una spremuta di olive”.

Il nuovo Pdl, all’alba dell’era Alfano, si riposiziona come ”il partito degli onesti”. Per farlo in modo credibile, è costretto ad ammettere qualche colpa dei suoi affiliati, eccezione fatta per il capo. Ma, per ricostruire il candore perduto, ne vale la pena.

Popolo della libertà o, meglio, popolo della extraverginità?