giovedì 25 agosto 2011

Steve Jobs, il grande oratore, lascia Apple

Ha molto colpito i navigatori del Web la decisione di ieri di Steve Jobs, chief executive officer della Apple, di lasciare il suo ruolo per ragioni di salute.

Facciamo in bocca al lupo a Jobs e ricordiamo il suo famoso discorso del giugno 2005, tenuto all’università di Stanford in occasione della consegna dei diplomi (video).

In quell’occasione, Jobs diede dimostrazione delle sue grandi capacità oratorie, mettendo in campo figure retoriche raffinate.

Tra queste l’excusatio propter infirmitatem dell’incipit, l’attacco del discorso. In questo blog abbiamo incontrato più volte questa strategia dell’arte del dire, che consiste nello scusarsi per non sentirsi all’altezza del proprio ruolo di oratore:

«Sono onorato di essere con voi oggi, per la vostra laurea in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Ad essere sincero, questo è la cosa più vicina a una laurea, per me.»

Nel discorso a Stanford, Jobs racconta della propria malattia che, a quel tempo, sembrava superata. Anche raccontare qualcosa di sé è retorica. È un Erlebnis: un’esperienza personale ed emotiva che diventa una narrazione dal valore universale.

Jobs sintetizza il suo vissuto con una metafora:

«Qualche volta la vita ci colpisce come un mattone in testa.»

Quello di Stanford, è un discorso che mira alla motivazione: Jobs invita i ragazzi neolaureati a cercare e inseguire le proprie inclinazioni:

«Dovete trovare qualcosa che amate […]. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare, non accontentatevi.»

L’explicit, la chiusura, riassume il senso dell’intera allocuzione ed è di una potenza dirompente:

“Stay hungry, stay foolish”

Può essere tradotto con “Siate bramosi, siate insensati”. Secondo Jobs, il desiderio di farcela e un po’ di follia sono gli ingredienti per la realizzazione personale, la felicità ma, soprattutto, per realizzare qualcosa di nuovo.

Probabilmente è così. Pensiamo a Galileo cui nessuno riusciva a togliere dalla testa che col cavolo che è il sole a girare intorno alla Terra; a Galvani che torturava le rane in nome dell’elettrofisiologia; a Marconi che andava matto per la radio o a quel pazzotico di Orwell che, nel 1948, aveva avuto una strana visione di una società futura controllata dai media. Ma quando mai!


venerdì 5 agosto 2011

Discorsi potenti va in vacanza

Arrivederci a settembre.

Che l'arte oratoria sia con voi anche sotto l'ombrellone!

giovedì 4 agosto 2011

Le ferie della casta, i simboli e l'ombrellino


Il putiferio di ieri sulle cinque settimane di vacanza dei nostri parlamentari con annesso pellegrinaggio a Gerusalemme è forse pura demagogia o, forse, trito populismo, però.

Va bene riposarsi; va bene concedersi più vacanze consecutive di tutti gli italiani messi insieme; va bene mettere un attimo (un attimo!) da parte il Paese in preda agli speculatori; va bene anche fare il pellegrinaggio in Terra Santa con Maurizio Lupi che guida il drappello con l’ombrellino rosso in mano; va bene tutto. Per carità: non saranno certo quelle cinque settimane a salvare il mondo, però.

Però, ritornando al tema di questo blog, i messaggi nella comunicazione rimangono importanti. Ci sono messaggi che hanno valore di simbolo, perché sono evocativi e intersoggettivi, cioè rimandano ad altri significati e sono condivisi da molti.

Rinunciare alle super vacanze e al super pellegrinaggio per comunicare al Paese che non è abbandonato a se stesso ha un valore simbolico inestimabile, anche se monsignor Fisichella ha detto:

«Visitare i luoghi sacri del nostro Credo invita a riflettere sull’essenziale della vita, così da affrontare i problemi del Paese con intensità ed efficacia»

I nostri politici non potrebbero scoprire l’essenziale della vita dal Divino Amore?

martedì 2 agosto 2011

Bersani l’ammazza topos commenta la crisi economica


Intervistato su La Repubblica di oggi, Bersani critica l’operato del governo sui temi economici e chiede di andare subito al voto.

Il segretario del Pd denuncia lo spregiudicato utilizzo dello strumento retorico del topos. Queste le sue parole:

«La situazione di eccezionale gravità è stata velata con il populismo dei cieli azzurri e delle ronde»

Le nuvolette sul cielo terso rappresentate nella grafica del Pdl e l’organizzazione dei drappelli leghisti sono due topoi belli e buoni, due elementi narrativi al pari dell’amor cortese, dell’elisir di eterna giovinezza, della mancanza di parole davanti alla donna amata, del viaggio negli inferi. Quanti ricordi scolastici!

Con la sua dichiarazione Bersani vuole smascherare una politica che ritiene fatta più di affabulazione che di iniziative per la crescita economica.

Tutto è retorica, però: sia il suo utilizzo che la sua esplicita contestazione.