martedì 28 febbraio 2012

Sara Tommasi, bocconiana “d’adozione”

La ex show girl Sara Tommasi è diventata consulente per l’economia di Scilipoti.

Come nella migliore tradizione dei nani e delle ballerine?

No, dice la Tommasi, come nella migliore tradizione dei laureati alla Bocconi:

«Sono bocconiana d’adozione come il nostro connazionale Monti. Quindi la laurea parla»

D’adozione? Quando la laurea parla male. Video.

Meryl Streep, discorso da Oscar con la captatio benevolentiae

Le premiazioni sono sempre state la mia passione. Gli atleti sul podio che ti fanno sentire fiera dell’inno nazionale; la pioggia di coriandoli rettangolari di San Remo (ma dove li trovano quei coriandoli?); le Miss Italia che piangono rimanendo bellissime, quando tutte noi veniamo trasformate dai singhiozzi in una maschera della tragedia greca.

La notte degli Oscar ci offre la premiazione delle premiazioni, la premiazione per antonomasia. E ogni premiato deve fare il suo discorsetto.

Meryl Streep, ormai alla sua terza statuetta, è sempre divertente. Oratrice navigata, ha usato l’incipit della captatio benevolentiae, un espediente linguistico super classico, efficace per creare un clima di favore da parte dell’uditorio.

«Quando hanno pronunciato il mio nome è come se avessi sentito mezza America dire: “Oh no, ancora lei!». Poi ha guardato il pubblico con un sorrisetto complice e ha detto: «Comunque».
C’è tanto in quel «comunque» (“anyway”). Comunque lo hanno dato a me, è andata così, rassegnatevi, gente. Poi, però, si sente di rassicurare gli eventuali malevoli: «Non sarò quassù di nuovo». Quindi “scialla” e fatemela godere. Video

venerdì 24 febbraio 2012

Discorsi potenti collezione: pillole di retorica. La bellezza è contro la mafia







È tempo di una nuova pillola. Questa volta è tratta dal film “I cento passi” di marco Tullio Giordana (2000), dedicato alla vita e all’omicidio di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978 a trent’anni. Peppino aveva fondato Radio Aut, dai cui microfoni si prendeva gioco del mafioso Gaetano Badalamenti di Cinisi, che chiamava “Tano seduto” di “Mafiopoli”: “Don Tano non caca. E se caca, caca duro”.

Nel film di Giordana, Impastato è interpretato da Luigi Lo Cascio. Riportiamo un dialogo sull’importanza della Bellezza con la B miuscola che, se perseguita e custodita, è un antidoto contro l’ingiustizia, il sopruso, la violenza.

In questa scena Impastato parla dell’aeroporto di Punta Raisi con un amico. Peppino si era battuto al fianco dei contadini i cui terreni erano stati espropriati per la costruzione della terza pista dello scalo di Palermo.


Impastato: “Sai cosa penso? Che questo aeroporto in fondo non è brutto, anzi.”

Amico: “Ma che cosa dici?

Impastato: “Visto così dall’alto… Uno sale qua sopra e potrebbe pensare che la natura vince sempre, che è ancora più forte dell’uomo. E invece non è così. In fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte, poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere. Fanno ‘ste case schifose, con le finestre in alluminio, i muri di mattoni vivi… Mi stai seguendo?”

Amico: “Eh, ti sto seguendo”

Impastato: “… i balconcini. La gente ci va ad abitare e ci mette le tendine, i gerani, la televisione… Dopo un po’ tutto fa parte del paesaggio. C’è. Esiste. Nessuno si ricorda più di come era prima. Non ci vuole niente a distruggere la bellezza.”

Amico: “Ma allora?”

Impastato: “Allora, invece della lotta politica, la coscienza di classe, le manifestazioni e tutte ‘ste fissarie bisognerebbe ricordare alla gente che cos’è la bellezza. Aiutarla a riconoscerla a difenderla.”

Amico: “La bellezza?!”

Impastato: “La bellezza! È importante la bellezza. Da quella scende giù il resto.”





Guarda il video.

martedì 21 febbraio 2012

Cosa c’entra Casale Monferrato con il discorso sul Pil di Bob Kennedy

La condanna dei proprietari della multinazionale Eternit di Casale Monferrato è un simbolo, oltre a essere un atto di giustizia. Riporta alla nostra mente una verità scontata ma, al contempo, spesso tradita: la ricchezza non è solo produzione ma benessere.

Lo ha ricordato la leader della Cgil Susanna Camusso domenica sera a CheTempoCheFa, commentando l’esito del processo. Lo ricordiamo anche noi in questo blog, riportando il celebre discorso sul Pil pronunciato da Bob Kennedy all’Università del Kansas nel 1968.

Un esempio magistrale di retorica. Del discorso colpisce la costruzione. Una “frase organizzatricesintetizza il concetto da esprimere:

«Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo»

La frase organizzatrice viene “espansa”, illustrata attraverso i dieci periodi che seguono:

«Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle.
Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini.
Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago.
Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro Paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.» video

Dopo pochi mesi Bob Kennedy viene assassinato nella sala da ballo di un hotel di Los Angeles, dove stava festeggiando la vittoria alle primarie della California.

venerdì 17 febbraio 2012

Discorsi potenti alla Biblioteca comunale di Gaeta


Ringrazio la Biblioteca Comunale di Gaeta, i partecipanti, tutti gli organizzatori e i relatori: Sara Di Mare, Maria Grazia Zona, Sandra Cervone, Paolo Celata.

Un grazie speciale ai ragazzi del reading e a Teresa Rotondo, autrice della foto.

giovedì 16 febbraio 2012

Celentano è solo un manierista, non un anticonformista

«Giornali come Avvenire e Famiglia Cristiana andrebbero chiusi, si occupano delle beghe della politica e non parlano del paradiso».

È solo un ingrediente del frullato di banalità servito da Adriano Celentano lunedì sera al Festival di San Remo.

Prevedibilmente, la dichiarazione ha scatenato un putiferio di polemiche, ma ha anche portato alla Rai il record di audience con relativa scorpacciata di raccolta pubblicitaria.

Altrettanto prevedibilmente il molleggiato gongola, chiuso nel suo inespugnabile albergo sanremese.

Viene spontaneo interrogarsi: Celentano è uno controcorrente o un predicatore da quattro soldi?

Né l’uno, né l’altro. È una persona che conosce fin troppo bene la logica dei mass media e sa che la polemica paga, soprattutto se oziosa e ingiustificata. Soprattutto se ti fa prudere le mani, se ti fa pensare “ma guarda tu questo che sta dicendo”, se ti fa venire voglia di intervenire per dire la tua. E, diciamo la verità, se ti fa sentire più intelligente di chi la sta propinando.

È il meccanismo ben noto di Sgarbi e Bossi e del Cruciani della Zanzara di Radio 24.

Si tratta di un manierismo, della riproposizione di un modello consolidato. Altro che anticonformismo.

Discorsi potenti oggi alla Biblioteca Comunale di Gaeta

Presentazione e gruppo di lettura di Discorsi potenti , il libro. Biblioteca Comunale di Gaeta, ore 17, via Annunziata 721.

martedì 14 febbraio 2012

Discorsi potenti collezione: pillole di retorica















Valentino è il santo dell’amore e della relativa retorica. Uomini, ecco la dichiarazione che molte di noi vorrebbero ascoltare. Citazione della ruga compresa.




Nel film Harry ti presento Sally (1989), scritto dalla geniale Nora Ephron, Harry, interpretato da Billy Crystal, si dichiara alla sua ex amica Sally, Meg Ryan. È la notte di capodanno e Sally è a una festa con amici. Ma improvvisamente appare Harry che le dichiara il suo amore.

“Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi, ti amo quando ci metti un’ora per ordinare un sandwich, amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo, mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sul mio golf e sono felice che tu sia la prima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. video









E non è perché mi sento solo. Non è perché è la notte di capodanno. Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile.”

lunedì 13 febbraio 2012

Giovanardi la fa fuori dal vasino

«Ci sono organi costruiti per ricevere e organi costruiti per espellere».

È la singolare lezione di anatomia del senatore Pdl Carlo Giovanardi, nel corso della trasmissione "Non ci sono più le mezze stagioni" di Radio 24.

Un’argomentazione debole - debolissima – contro l’omosessualità, perché ci sono organi che sono fatti per ricevere e per espellere. È così che nascono i bambini: prima si riceve e, dopo nove mesi, si espelle.

Poi la conduttrice chiede: «Ma a lei, onorevole, che effetto farebbero due ragazze che si baciano alla stazione?»

Giovanardi risponde: «A lei che effetto fa se uno fa pipì? Se lo fa in bagno va bene, ma se uno fa la pipì per strada davanti a lei, può darle fastidio»

Similitudine triviale. Si può paragonare un bacio alla pipì? I sommi poeti si rivoltano nella tomba.

L’austerity spezza le reni alla Grecia. Il Monti style le spezzerà anche a noi?

Le misure di austerity approvate dal governo greco per consentire al Paese di pagare i debiti ed evitare di uscire dall’euro hanno fatto riemergere sui media un'espressione di Benito Mussolini:

«spezzeremo le reni alla Grecia»

Una cordiale metafora usata dal dittatore in un discorso del 18 novembre 1940 dopo un mese dall’avvio della Campagna italiana di Grecia. Queste le maschie parole del duce:

«Dopo un lungo pazientare abbiamo strappato la maschera ad un paese garantito dalla Gran Bretagna, un subdolo nemico: la Grecia. È un conto che attendeva di essere saldato. C'è qualcuno fra di voi Camerati che ricorda l'inedito discorso di Eboli pronunciato nel luglio del 1935 prima della guerra etiopica? Dissi che avremmo spezzato le reni al Negus.
Ora, con la stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia.
Fra Germanici e Italiani siamo un blocco di 150 milioni di uomini, risoluti e compatti e piantati dalla Norvegia alla Libia nel cuore dell'Europa. Questo blocco ha già nel pugno la vittoria.»

L’austerity Monti-style spezzerà le reni anche a noi? Forse sì, ma con style.

giovedì 9 febbraio 2012

Discorsi potenti collezioni: pillole di retorica




Uomini, ecco come si commenta il vestito di una donna!





Nel film Jerry Meguire (1996) il protagonista, un procuratore sportivo interpretato da Tom Cruise, commenta in questo modo l’apparizione di Dorothy, una mamma single interpretata da una giovanissima Renée Zellweger che indossa un tubino nero (sempre sublime, il tubino).

Jerry: “Wow, è molto più di un vestito. Questo è un film di Audrey Hepburn”

Dorothy: “Sì, credo di essermi un po’ entusiasmata all’idea di passare una serata tra adulti”

Ovviamente lui era vestito come un poveraccio, con una camiciona sopra un t-shirt. Ma, che volete, il destino delle donne è di essere sempre over dressed rispetto al proprio accompagnatori.



martedì 7 febbraio 2012

Gianni Alemanno: “c’è una strategia nordista per mettere in cattiva luce Roma”. Un’iperbole o “Alemanno furioso”?



Il sindaco Alemanno è diventato un poeta. Oggi, sulla questione maltempo a Roma, ha deciso di darsi al lirismo

Ha iniziato con un’iperbole, figura retorica che ha precedenti illustri in letteratura. Si tratta di un’esagerazione della realtà per fini espressivi (“è una vita che ti aspetto!).

Ecco la dichiarazione di Alemanno:

"Il fatto di vedere su tante prime pagine dei giornali, soprattutto del Nord, un'enfatizzazione dell'emergenza neve a Roma è francamente sospetto. Non vorrei ci fosse una strategia nordista per mettere in cattiva luce Roma".
"Mettere in cattiva luce la nostra città - ha aggiunto il sindaco poeta - nel momento in cui la Capitale si appresta a candidarsi per i grandi eventi, proprio quando il premier Monti sta per decidere sulle Olimpiadi. Lo ripeto, non vorrei ci fosse l'ennesimo tentativo di infangare Roma, di dire che la città non è in grado di autogestirsi. In realtà Roma ha superato l'emergenza molto prima di altri territori".

Nell’”Orlando furioso” di Ludovico Ariosto il duca Astolfo decide di andare sulla Luna per recuperare il senno perduto del protagonista.

Mandate qualche assessore a recuperare il senno di Alemanno.

lunedì 6 febbraio 2012

Alemanno mostra il fax come un impiegato colto in fallo

No, però… Stavo tanto tranquilla godendomi una giornata di vacanza rubata in cui avevo deciso di non fare niente di niente, solo giocare con i bambini. Invece getto uno sguardo al computer e vedo che la polemica del sindaco Alemanno sull’emergenze neve a Roma non accenna a diminuire. E subito scatta l’emergenza post.

Abbiamo tutti visto il sindaco in tv che brandiva un fax, come fosse la Magna Charta, polemizzando sui millimetri di neve previsti giovedì scorso dai meteorologi interpellati dalla Protezione civile. Sembra che il sindaco e gli esperti non si siano capiti sulle proporzioni: 35 millimetri d’acqua indicati nel fax corrispondono a 35 centimetri di neve se, come è successo, la temperatura arriva a zero.

Non entro nella polemica. Ho trovato solo poco consone le immagini di Alemanno che mostrava il fax, come fosse un povero impiegato colto in fallo e pubblicamente rimproverato. Non è un comportamento da leader.

Torno dai bambini e vi lascio con il video di Alemanno-spazzaneve.

venerdì 3 febbraio 2012

Neanche la retorica può nulla contro il meteo!

La presentazione di Discorsi potenti di oggi alla Biblioteca Comuncale di Gaeta è stata rimandata a giovedì 16 febbraio a causa della neve.

giovedì 2 febbraio 2012

Monti, è vero il posto fisso non esiste più – lo sapevamo - ma le alternative?

Bufera sul web per l’affermazione di ieri sera del premier Monti che, ospite a Matrix, ha detto: «I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Del resto, diciamo la verità, che monotonia un posto fisso per tutta la vita. È più bello cambiare.» (video).

È vero, tutta la vita nello stesso posto di lavoro è una gran noia. È vero anche, però, che le condizioni della flessibilità devono essere diverse da quelle attuali.

Come la mettiamo con le banche che adorano la monotonia del posto fisso, quando si tratta di concedere un mutuo anche risicato? E come la mettiamo con le malattie? Facciamo corna, certo, ma chi darà lo stipendio a un simpaticone malato che, per evitare di perdere la sua verve a causa del tedio del posto fisso, si trova a casa senza stipendio perché non ha alcuna copertura? Lasciamo perdere la maternità, per evitare di metterci a piangere.

Ma questo lo sa anche Monti che aggiunge: «le sfide devono essere in condizioni accettabili e questo vuol dire che bisogna tutelare un po’ meno chi oggi è ipertutelato, tutelare un di po’ di più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro».

Bastava dire questo.

Tirare fuori la storia della monotonia assume un valore grottesco nella situazione attuale. E credo non sia il modo corretto per parlare ai ragazzi, che devono essere sì spronati, ma anche incoraggiati. La presentazione delle prospettive negative porta solo all’autocommiserazione che è inutile e dannosa.

A mio avviso bisogna ricordare ai giovani che tutte le generazioni hanno affrontato difficoltà anche di gran lunga peggiori di quelle che sta incontrando quella attuale: mio padre, da bambino, non aveva le scarpe; mio suocero viveva in una baracca sulle sponde del Tevere (il bagno era un buco per terra).

Non sarà facile, ma anche questa generazione riuscirà a emergere e a farsi strada se Monti ci assicura che non verranno prese decisioni scellerate.

Oggi su La Repubblica Arianna Huffington, direttore dell’Huffington Post, commenta la recessione americana ed Europea.

«In Europa, come in America, abbiamo un disperato bisogno […] dell’ottimismo, dell’innovazione e della creatività»

Quale ottimismo, quale innovazione e quale creatività nascono dall’autocommiserazione?

Discorsi potenti domani a alla Biblioteca Comunale di Gaeta

Presentazione e gruppo di lettura di Discorsi potenti , il libro.

Biblioteca Comunale di Gaeta, ore 17, via Annunziata 721.

mercoledì 1 febbraio 2012

Discorsi potenti collezione: pillole di retorica







Thank you for smoking (film del 2005). Nick Naylor, lobbista, dà sfoggio della sua arte oratoria per convincere Lorne Lutch a non denunciare la Big Tabacco.
Lutch è l'ex cow boy testimonial della Malboro, nonché un ex fumatore. Nel film è in fin di vita a causa di un cancro ai polmoni.
Naylor ha una valigetta piena di soldi. Ma il risultato non è scontato (video).

LL: Quindi sei qui per farmi stare zitto?
[…]
NN: Sostanzialmente, sì. No, non sostanzialmente. È esattamente così.
LL: La mia dignità non è in vendita.
NN: Non è un’offerta, è un regalo. Le tasse sono pagate. Puoi prenderli, non importa cosa ne fai. Il senso di colpa dovrebbe farti passare la voglia di parlare male di noi.
LL: Ti hanno detto di dirmi questo?
NN: Nossignore, avrei dovuto solo scusarmi, darti i soldi e andarmene.
LL: Perché mi stai dicendo tutto questo?
NN: Per farti prendere i soldi.
LL: Perché dovrei farlo?
NN: Perché non sei un pazzo?
LL: Certo che lo sono.
NN: E la prima cosa che farai sarà chiamare LA Times e la Cnn […]. Quando saranno qui, aprirai la valigetta e getterai tutti i soldi sul pavimento. [Nick Naylor getta i soldi sul pavimento. Sono tantissi.]
LL: Perché?
NN: Credimi, fa molto più effetto così. Non dimenticare di buttare fino all’ultimo centesimo. E, se puoi, fai uno o due colpi di tosse. Una volta che tutto è sul pavimento, dì loro cosa intendi fare con questi soldi.
LL: E cosa ci dovrei fare?
NN: Li devi donare. Sì, fonderai la Lorne Lutch Cancer Foundation […]
LL: Aspetta un attimo. E la mia famiglia?
NN: Beh, Lorne, non puoi tenere i soldi.
LL: Perché diavolo non posso?
NN: Insomma, denunciarci e tenere lo sporco denaro…?
LL: Ok, ci devo pensare.