Riprendo i temi del blog dopo la pausa dedicata alla presentazione del libro (Roma, 30 novembre, Bibli).
Colgo un’espressione nelle cronache sulle rivolte studentesche di piazza di questi giorni contro la riforma dell’università voluta dal ministro Gelmini: «fuori corso!».
Il premier Silvio Berlusconi ha definito in questo modo i rivoltosi: un classico meccanismo di screditamento.
È una tecnica linguistica usata con frequenza per minare la credibilità dell’avversario ed è una strategia che ricorre anche in famiglia: «Che ne sai tu di politica, che sei stato pure bocciato?!»; «Che ne sai tu di calcio, che quando abbiamo vinto con la Germania 4 a 3 non eri nemmeno nato?!»
I linguisti si sono concentrati spesso sul tema dell’autorevolezza della fonte: un vero e proprio patrimonio per sostenere una discussione, un dibattito o uno scontro politico.
Una cosa è se il giudice in un tribunale dice «La seduta è tolta»; un’altra è se lo dice l’imputato (John Langshow Austin nella foto).
Frase identica, risultato opposto. Qual è la differenza? La differenza è la credibilità della fonte della comunicazione in uno specifico contesto.
Gli studenti, se fuori corso, si presuppone non abbiano nulla da fare se non protestare. Questo smantella l’autorevolezza della protesta.
Oltre alle tecniche linguistiche di persuasione, la retorica mette a disposizione tecniche linguistiche di distruzione.
Colgo un’espressione nelle cronache sulle rivolte studentesche di piazza di questi giorni contro la riforma dell’università voluta dal ministro Gelmini: «fuori corso!».
Il premier Silvio Berlusconi ha definito in questo modo i rivoltosi: un classico meccanismo di screditamento.
È una tecnica linguistica usata con frequenza per minare la credibilità dell’avversario ed è una strategia che ricorre anche in famiglia: «Che ne sai tu di politica, che sei stato pure bocciato?!»; «Che ne sai tu di calcio, che quando abbiamo vinto con la Germania 4 a 3 non eri nemmeno nato?!»
I linguisti si sono concentrati spesso sul tema dell’autorevolezza della fonte: un vero e proprio patrimonio per sostenere una discussione, un dibattito o uno scontro politico.
Una cosa è se il giudice in un tribunale dice «La seduta è tolta»; un’altra è se lo dice l’imputato (John Langshow Austin nella foto).
Frase identica, risultato opposto. Qual è la differenza? La differenza è la credibilità della fonte della comunicazione in uno specifico contesto.
Gli studenti, se fuori corso, si presuppone non abbiano nulla da fare se non protestare. Questo smantella l’autorevolezza della protesta.
Oltre alle tecniche linguistiche di persuasione, la retorica mette a disposizione tecniche linguistiche di distruzione.
Hai perfettamente ragione. Questa è una tecnica usata forse troppe volte, in alcuni casi al limite della discriminazione. (Penso anche agli aquilani tacciati di essere No-Global)
RispondiEliminaNe "L'arte del Dubbio" Carofiglio dice che in un contro-interrogatorio si possono seguire tre strade. 1 Attaccare "cosa" è stato detto 2 Attaccare "chi" ha fatto dichiarazioni 3 Temporeggiare per non aumentere i “danni” di una deposizione.
PS. Mi è appena arrivato il tuo libro. Appena possibile lo leggerò, spero nelle prossime settimane. Pensi di fare una presentazione anche a Milano?
A presto mttirone@gmail.com
Ciao, mi avevano proposto un aperitivo con presentazione. Ma non so dire ancora se si farà.
RispondiEliminaTi farò sapere.
Flavia