È tempo di un nuovo elemento di Discorsi potenti collezione: il film L’amore ha due facce, diretto e interpretato nel 1996 da Barbra Streisand.
Barbra interpreta una professoressa di letteratura della Columbia University, bruttina ma brillante. Magistrale è la sua lezione sull’amore. La domanda cui dà una risposta è: perché, malgrado tutti sappiamo che presto finirà e che soffriremo come cani, tutti – ma proprio tutti – vogliamo innamoraci?
Nel discorso sono presenti due particolari stratagemmi retorici:
Il primo. La costruzione dell’intero discorso si basa su un’aspettativa tradita: l’ascoltatore crede che il discorso vada verso una denigrazione dell’amore, considerato come ingenuo e antiquato. Invece si conclude con un’esaltazione dell’amore.
Il secondo. L’uso del turpiloquio come culmine di un crescendo. Un turpiloquio che funziona perché è necessario all’armonia del testo e ne rappresenta il momento massimo di drammatizzazione. Insomma, anche un “cazzo” è retorica:
Testo della lezione sull’amore di Barbra Streisand
… L’essenza e il fine dell’amore romantico è: Mike? Il sesso? Mike, Mike. Il sesso! Ma è una fissa! Il matrimonio? Il matrimonio, sì esatto! Ma non è sempre stato così. Intorno al 1100, c’era un concetto, noto come amor cortese, che non aveva nulla a che vedere né con il matrimonio, né con il sesso. Nella maggior parte dei casi veniva definito come un’appassionata affinità fra un cavaliere della corte e una dama che era già sposata. E quindi non avrebbero mai consumato il loro amore…
Riflettete su questo: il sesso è sempre stato la pozione fatale. Guardate la letteratura del tempo: Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta. Consumare il sesso conduceva soltanto alla follia, alla disperazione, alla morte.
Gli esperti clinici, gli studiosi, mia zia Ester, sono d’accordo nell’affermare che il vero amore ha una dimensione spirituale. Mentre l’amore romantico non è altro che menzogna e illusione, un mito moderno… Quando andiamo al cinema, noi vediamo gli innamorati che si baciano sullo schermo, la musica aumenta di volume e noi ce la beviamo, così, quando il mio ragazzo mi porta a casa e mi dà il bacio della buonanotte, se non sento la filarmonica, io lo mollo.
Ora la domanda è: perché ce la beviamo? Noi ce la beviamo perché, che sia un mito o una manipolazione, diciamocelo, tutti vogliamo innamorarci. Vero? Perchè ? Perché è un’esperienza che ci fa sentire completamente vivi, ci rigenera, risveglia tutti i sensi, ingigantisce ogni emozione, la nostra realtà quotidiana è scossa e siamo catapultati in paradiso. Può durare un solo momento, un’ora, un pomeriggio… Quindi la domanda finale è: perché le persone hanno sete d’amore pur sapendo che ha una data di scadenza e può essere doloroso e devastante? Che ne pensate? Perché porta alla riproduzione della specie? Un bisogno psicologico di entrare in contatto con gli altri?...
Belle risposte, ma un po’ troppo intellettuali per me. Io credo che sia perché, finché l’amore dura, cazzo, non c’è niente di meglio!
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