domenica 31 agosto 2014
giovedì 28 agosto 2014
La vera uguaglianza razziale? Anche una questione di Motel. 51 anni fa: I have a dream
Il
28 agosto di 51 anni fa è stato pronunciato il discorso per antonomasia. In Ho
un sogno, marcia su Washington per il lavoro e la libertà di
Martin Luther King c’è tutto: passione, fermezza, sfida, ritmo.
Ma,
soprattutto, c’è azione. Volontà di cambiare l’America subito, nel momento
stesso in cui quel discorso viene pronunciato.
King ci
riesce: dopo I have a dream,
i bianchi, i neri, la politica, la cultura, il mondo
hanno fatto un passo avanti verso
l’uguaglianza e la libertà.
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martedì 26 agosto 2014
Sole 24 Ore: un elzeviro su "Retorica e Business" di Andrea Granelli e Flavia Trupia
Dalla recensione di Alessandro Pagnini sul Domenicale de Il Sole
24 Ore, 24 agosto 2014.
“’Quando due uova sono uguali, il consumatore preferisce l’uovo
con una storia’ potrebbe essere questo il motto che compendia efficacemente i
contenuti dell’interessante pamphlet di Andrea Granelli e Flavia Trupia Retorica e business. Intuire, ragionare,
sedurre nell’era digitale. L’impresa, il marketing, ogni forma di
negoziazione hanno bisogno di retorica, di capacità performative non solo
basate su competenze specialistiche, ma sull’uso sapiente del linguaggio, sulla
sua intrinseca creatività.”
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mercoledì 20 agosto 2014
Quel terribile pomeriggio. Saragat commenta il discorso di De Gasperi a Parigi
Ricordiamo ancora una volta Alcide De Gasperi, morto sessant'anni fa, attraverso il suo discorso alla Conferenza di Pace di Parigi del 1946. De Gasperi rappresentava un Paese nemico e il Trattato di Pace prevedeva sanzioni molto aspre per i Paesi sconfitti come l’Italia.
L'incipit del discorso è una delle più sofisticate excusatio propter infirmitatem, l'oratore si scusa per essere in difficoltà nell'affrontare il proprio compito. La conferenza di Parigi fece conquistare all'Italia una rinnovata credibilità internazionale.
Ecco il commento di Saragat, membro della delegazione italiana:
«mi par di rivivere quel terribile pomeriggio del 10 agosto 1946 […]. Per non contaminare con la nostra presenza gli sguardi dei delegati […] ci fecero entrare nella grande sala affollata da una porticina che immetteva nell’ultima fila dei seggi in alto: non vedevamo che schiere di gente silenziosa» (Craveri, 2006).
Questo è il commento di Byrnes, segretario di stato americano:
«Il primo ministro italiano parlò con
tatto, ma con dignità e coraggio. Quando lasciò il rostro per tornare al posto
assegnatogli nell’ultima fila, scese nella navata centrale della sala
silenziosa, passando accanto a molte persone che lo conoscevano. Nessuno gli parlò.
La cosa mi fece impressione; mi sembrava inutilmente crudele […]. Così quando
passò davanti alla delegazione degli Stati Uniti, gli tesi la mano e gliela
strinsi […]. Volevo fare coraggio a quest’uomo che aveva sofferto nelle mani di
Mussolini, e ora stava soffrendo nelle mani delle Nazioni alleate» (Byrnes,
1948).
giovedì 14 agosto 2014
martedì 12 agosto 2014
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