PerLaRe intervista Richard Nordquist, professore emerito di retorica e inglese alla Armstrong Atlantic State University, USA
In Italia si usa spesso l’aggettivo “retorico” per indicare un discorso ampolloso o enfatico. E’ così anche negli Stati Uniti?
Sì, è così. Analogamente al termine “oratoria”, “retorico” sottende spesso una connotazione negativa, equivalente più o meno ad ampollosità o ingannevolezza. Durante la campagna per la presidenza degli Stati Uniti del 2008, ad esempio, Hillary Clinton disse: “Alla fine ciò che conta davvero non sono i discorsi che un presidente tiene, ma se il presidente poi tiene fede a quei discorsi.” Riferendosi indirettamente a Barack Obama (le cui capacità di oratore sono generalmente considerate superiori alle sue), la Clinton fece questa osservazione in un suo discorso, osservazione espressa secondo l’antico dispositivo retorico detto chiasmo o antimetabole. In altre parole, la Clinton stava usando la retorica per mettere in discussione o indebolire la retorica di un avversario. Per leggere il resto vai qui.
Sì, è così. Analogamente al termine “oratoria”, “retorico” sottende spesso una connotazione negativa, equivalente più o meno ad ampollosità o ingannevolezza. Durante la campagna per la presidenza degli Stati Uniti del 2008, ad esempio, Hillary Clinton disse: “Alla fine ciò che conta davvero non sono i discorsi che un presidente tiene, ma se il presidente poi tiene fede a quei discorsi.” Riferendosi indirettamente a Barack Obama (le cui capacità di oratore sono generalmente considerate superiori alle sue), la Clinton fece questa osservazione in un suo discorso, osservazione espressa secondo l’antico dispositivo retorico detto chiasmo o antimetabole. In altre parole, la Clinton stava usando la retorica per mettere in discussione o indebolire la retorica di un avversario. Per leggere il resto vai qui.
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