giovedì 3 gennaio 2013

Giorgio Napolitano: le parole per il 2013

Lo stile oratorio di Giorgio Napolitano è aristocratico e aulico, ma non per questo freddo e generico. Nel discorso di fine 2012, e di fine settennato, ha raggiunto picchi emotivi - seppur sorvegliati e istituzionali - e ha inserito qualche passo pungente.

Se vuoi leggere tutto, vai su Huffingtonpost.

domenica 30 dicembre 2012

Le dieci gaffe dei politici 2012

Il ministro Balduzzi si dimentica sempre il preservativo. Lady Fornero è la vera star delle gaffe governative. Anche il controllato Monti-style lascia spazio a qualche scivolone. Il premier uscente bestemmia due volte contro due "credo" degli italiani: il posto fisso e il calcio. Ancora. Il viceministro Michel Martone gioca il ruolo di apostolo della verità e Giovanardi si lancia in una comparazione di sapore dadaista, paragonando un bacio alla pipì. Sono solo alcune delle gaffe mediatiche dell'anno che si sta chiudendo.
And the winner is...
Se lo vuoi scoprire, vai su Huffingtonpost.


domenica 16 dicembre 2012

I grandi discorsi del cinema

Berlusconi torna o non torna? Grillo avrà smaltito la sua ira funesta? Monti si lancerà in politica? La mazzata dell'Imu servirà a qualcosa oppure tutto questo dolore ci sarà inutile?

Prendiamoci un po' di pausa dalla politica per dare uno sguardo ai grandi discorsi del cinema:
http://www.huffingtonpost.it/../../flavia-trupia/i-grandi-discorsi-del-cin_b_2298937.html

venerdì 30 novembre 2012

Il De oratore nelle versioni di Bersani e Renzi

Bersani gli “effetti normali”; Renzi gli “effetti speciali”. Nel duello tv andato in onda su Rai 1, in vista del ballottaggio del centro sinistra di domenica 2 dicembre, i due sfidanti hanno affermato due stili oratori diversi.

Per leggere tutto il post vi rimando a Huffington:

http://www.huffingtonpost.it/flavia-trupia/il-de-oratore-nelle-versi_b_2211833.html

lunedì 19 novembre 2012

Montezemolo fa il Battista, Monti farà il Messia?

La nascitura Terza Repubblica, presentata agli Studi cinematografici De Paolis di Roma – 6 mila partecipanti da tutta Italia, dicono gli organizzatori – appare lontana dal populismo, con un occhio ai cattolici Dio Patria Famiglia, ostile ai comunisti tipo Ferrero che scende in piazza contro il governo nel quale è ministro. Soprattutto, non radical-chic: è passata la stagione e comunque il posto è già occupato. L’obiettivo è un secondo Governo Monti, appoggiato da forze che diano rappresentanza, senza la solita ambiguità, si spera, a quell’Italia professionale e perbene, immune dalla demagogia del ventennio trascorso e da quelli che, con qualche restyling, potrebbero prenderne il posto.

“Se non ci sarà una novità sostanziale nell’offerta politica, il risultato delle elezioni potrebbe portare alla guida del Paese uno schieramento eterogeneo e confuso, […] una compagnia governativa ostaggio di populismi che rifiutano gli impegni internazionali sottoscritti dal nostro Paese.”

È una delle circonlocuzioni cui Luca Corderdo di Montezemolo, presidente della Ferrari, ha fatto ricorso per non concedere a Berlusconi neanche lo status di avversario politico, mentre questi si era illuso di metterlo brutalmente al posto di Alfano.

Montezemolo non vuol correre il rischio di essere frainteso in questo momento di trame, di manovre, di sbarramenti e di arruolamenti.
“Ciascuno di noi almeno una volta ha provato vergogna di essere italiano […]. Mai più accetteremo di vedere l’Italia derisa e disonorata. Per questo scendiamo in campo: basta stare in tribuna. I cittadini e le eccellenze che costituiscono il nerbo della nostra nazione abbandonino le tribune e ritornino a giocare in attacco e vincere.”

“Siamo qui perché vogliamo che inizi finalmente un capitolo nuovo della nostra vita civile e democratica [Il non detto implicito è: “quello vecchio è da buttare”], che metta al centro quest’Italia, l’Italia che rema. Dobbiamo aprire la strada verso la Terza Repubblica.”

Qualcosa di familiare risuona in questo linguaggio: le metafore calcistiche e l’Italia che ora rema e, appena ieri, remava contro.
Su Monti:
“Può fare il lavoro di ricostruzione in Italia e in Europa meglio di chiunque altro; ammetterlo non è segno di debolezza…”

Quindi Montezemolo, dopo due anni di riflessione e qualche tatticismo, ha deciso di cedere il passo a uno migliore anche di lui. Non è poco e gliene va dato atto. È impensabile del resto che possa pensare di guidarlo dietro le quinte, secondo il celebrato schema dei poteri forti. Resta da vedere se il Messia accetterà di percorrere le strade e i sentieri aperti e spianati da questo Battista.

mercoledì 14 novembre 2012

Scontro di eloquenza per le primarie di coalizione

Renzi, l'americano che si ispira all'Obama style; Bersani e il buon linguaggio di paese; Vendola, cintura nera di poesia; Tabacci, il realista; Puppato, maestra di preterizione.

Se volete sapere tutto sul confronto oratorio delle primarie di coalizione andate qui:
 http://www.huffingtonpost.it/../../flavia-trupia/primarie-di-coalizione-el_b_2128638.html


giovedì 8 novembre 2012

Discorso che vince non si cambia

Nel discorso della vittoria, Obama ha rispoleverato tutti i suoi cavalli di battaglia: la speranza, l'unione del paese, i "quadretti" della quotidianità nei quali la gente comune può riconoscersi.

Se vi interessa avere i dettagli sull'oratore più potente del momento, cliccate qui:  http://www.huffingtonpost.it/../../flavia-trupia/obama-il-grande-oratore_b_2091658.html