venerdì 15 luglio 2011

Vendola e la sua antipatia per i “compagni”


Carlo Levi titolava un suo romanzo: “la parole sono pietre”. È anche l’opinione di Nichi Vedola, il retore dei nostri tempi, che è convinto che le parole possano essere pietre, sì, ma al collo.

Il leader di Sel ha mandato in pensione il termine “compagni”, preferendogli “amici” di memoria democristiana, ma sicuramente meno connotato.

Il web è insorto. I militanti hanno gridato allo scandalo e al rischio di perdere un importante filo identitario.

Che dire?

La parola “compagni” appartiene sicuramente al passato, non al futuro. Chi non ricorda il reperto canterino del giurassico

Compagni dai campi e dalle officine

prendete la falce e portate il martello

scendete giù in piazza e picchiate con quello

scendete giù in piazza e affossate il sistema.”

Tuttavia eliminarla in modo esplicito produce un comprensibile effetto di horror vacui negli affiliati. Le asportazioni chirurgiche, in fatto di linguaggio, funzionano raramente perché è l’uso che vince. Lo sanno bene i puristi che tentano di eliminare gli anglicismi dall’italiano. Mission: impossibile.

Meglio il cambiamento di fatto, senza dichiarazioni programmatiche.

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