Il sindaco di Firenze paragona i propri dipendenti a una maschera della commedia dell’arte contemporanea come lo sono stati un tempo Arlecchino, Colombina e Truffaldino.
Con la sua ben nota capacità di sintesi, in un’intervista su SpotWeek, Renzi appiccica l’etichetta Fantozzi agli impiegati comunali.
«Mi ritrovo con dipendenti che timbrano alle 14 e già un quarto d’ora prima sono in coda col cappotto nel cortile, pronti per uscire.»
Il paragone è offensivo e violento, ma è reso più digeribile dall’argomentazione che lo accompagna:
«Io nono denigro i dipendenti. Dico solo che in un momento in cui aumentano i cassintegrati e la disoccupazione e un’intera generazione vive la precarietà come condizione esistenziale, la responsabilità di chi ha un contratto a tempo indeterminato nel settore pubblico deve raddoppiare.»
Con un poco di zucchero la pillola va giù?
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