Anche i media, non solo la fiction, hanno bisogno dell'eroe e del suo contrario. E la grammatica della narrazione è esigente: pretende che i due personaggi non siano macchiati da alcuna contraddizione.
È il caso dei due involontari protagonisti del naufragio della nave da crociera Concordia, il capo della sala operativa della Capitaneria di porto De Falco e il comandante della nave Schettino.
De Falco è ritratto come coraggioso, onesto, ottimo padre di due bambine. Gli si attribuisce anche quel pizzico di "birichinaggine" che serve a completare il quadro: «quando non è in mare, inforca la moto e corre sull'Aurelia oppure parte in camper con la sua famiglia in giro per l'Italia e l'Europa» (Corriere della sera di oggi). Un po' eroe un po' zingaro.
Schettino, invece, è ritratto come un vigliacco, bugiardo, cialtrone.
Il buono senza macchia e il cattivo che più cattivo non si può.
Raffaella, la moglie del buono, riporta un po' di senso della misura nella vicenda: «la cosa preoccupante è che persone come mio marito, persone che fanno semplicemente il loro dovere ogni giorno, diventino subito in questo Paese idoli, personaggi, eroi. Non è per niente normale».
involontari?
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