In questa campagna abbiamo familiarizzato con il fact checking, la verifica delle affermazioni pubbliche dei candidati, questo post propone invece il rhetoric checking, l'individuazione degli espedienti del dire, messi in campo dagli sfidanti.
Lente di ingrandimento su Berlusconi, Monti, Giannino, Grillo, Bersani, Ingroia. Leggi tutto su Huffington post:
http://www.huffingtonpost.it/flavia-trupia/tra-giaguari-nipotini-e-bufale-il-rhetoric-checking-della-campagna-elettorale_b_2718376.html#
giovedì 21 febbraio 2013
venerdì 15 febbraio 2013
#sanctusremus Roberto Baggio, foolish, hungry
Ieri sera a Sanremo Baggio ha dedicato una lettera ai giovani. Un campione imbarazzato, chino sul foglio, talvolta impacciato. Ma ricordiamo che Cicerone ammoniva gli oratori che non si sentivano intimiditi al momento dell’esordio del loro discorso, perché l’arte del dire era diventata per loro una fredda routine. Non è stato così per Roberto Baggio che, malgrado l’emozione, è riuscito a comunicare affetto e sincerità.
L’incipit del discorso è un’excusatio associata a una captatio benevolentiae:
“So che i giovani non amano i consigli. Anch’io ero così.”
L’espediente narrativo utilizzato è quello delle parole. Cinque parole per cinque insegnamenti sulla vita:
“Vorrei invitare i giovani a riflettere su alcune parole. La prima è passione. […] guardatevi dentro e la troverete.
Baggio inserisce la narrazione di un’esperienza personale, di un suo vissuto familare. Un Erlebnis:
“La seconda è gioia . […] Ricordo la gioia del volto stanco di mio padre e del sorriso di mia madre nel metterci, la sera, tutti e dieci intorno a una tavola apparecchiata.”
La terza parola introduce una verità rassicurante ma, allo stesso tempo, un invito al fare: sbagliare è normale, inutile piangersi addosso:
“La terza è coraggio. È fondamentale essere coraggiosi e imparare a vivere credendo in voi stessi. Avere problemi e sbagliare è semplicemente una cosa naturale. È necessario non farsi sconfiggere. La cosa più importante è sentirsi soddisfatti, sapere di aver dato tutto, di avere fatto del proprio meglio, a modo vostro e secondo le vostre capacità.”
Con “successo”, la quarta parola, Baggio sdogana un termine che, nella società attuale, ha assunto un’accezione negativa perché spesso legata ai concetti di affermazione della propria vanità e di scorciatoia per ottenerlo. Baggio ci ricorda che inseguire il “successo” può semplicemente significare avere legittime ambizioni. Sacrosante ambizioni:
“La quarta è successo. Se seguite gioia e passione, allora si può anche parlare di successo, di questa parola che sembra essere rimasta l’unico valore nella nostra società. Ma cosa vuol dire avere successo? Per me vuol dire realizzare nella vita quello che si è, nel modo migliore.”
Ancora una narrazione personale, un Erlebnis, insieme a un paradosso, il sacrificio “non è una brutta parola”:
“La quinta parola è “sacrificio”. Ho subìto da giovane incidenti alle ginocchia che mi hanno creato problemi e dolori per tutta la carriera. Sono riuscito a convivere con quei dolori grazie al sacrificio che, vi assicuro, non è una brutta parola. Il sacrificio è l’essenza della vita. La porta per capirne il significato […]. Non credete a ciò che arriva senza sacrificio, non fidatevi […]. Coloro che fanno sforzi continui sono sempre pieni di speranza. Abbracciate i vostri sogni e inseguiteli.”
Non male la versione made in Italy di “Stay Folish, Stay Hungy di Jobs.
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mercoledì 13 febbraio 2013
Obama cita Kennedy
Nel discorso sullo Stato dell'Unione, Obama ha citato Kennedy:
"Cinquant'anni fa, John F. Kennedy ha dichiarato a questa Camera che 'la Costituzione non ci rende rivali per il potere ma alleati per il progresso.' E' il mio compito."
Testo completo
"Cinquant'anni fa, John F. Kennedy ha dichiarato a questa Camera che 'la Costituzione non ci rende rivali per il potere ma alleati per il progresso.' E' il mio compito."
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Dio, la vita e la maglietta
Nel primo discorso dopo le dimissioni, Benedetto XVI parla delle priorità della vita:
"Ognuno dovrebbe chiedersi allora: che posto ha Dio nella mia vita? E' Lui il Signore o sono io? Superare la tentazione di sottomettere Dio a sé e ai propri interessi o di metterlo in un angolo e convertirsi al giusto ordine di priorità, dare a Dio il primo posto, è un cammino che ogni cristiano deve percorrere."
“Convertirsi, un invito che ascolteremo molte volte in Quaresima, significa seguire Gesù in modo che il suo Vangelo sia guida concreta della vita..."
Una scritta su una maglietta diceva: "Dio esiste. Ma non sei tu. Rilassati".
Testo integrale
"Ognuno dovrebbe chiedersi allora: che posto ha Dio nella mia vita? E' Lui il Signore o sono io? Superare la tentazione di sottomettere Dio a sé e ai propri interessi o di metterlo in un angolo e convertirsi al giusto ordine di priorità, dare a Dio il primo posto, è un cammino che ogni cristiano deve percorrere."
“Convertirsi, un invito che ascolteremo molte volte in Quaresima, significa seguire Gesù in modo che il suo Vangelo sia guida concreta della vita..."
Una scritta su una maglietta diceva: "Dio esiste. Ma non sei tu. Rilassati".
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Non di solo pane vivrà l'uomo
Nel suo primo discorso dopo le dimissioni, Benedetto XVI cita il passo del Vangelo sulle tentazioni di Gesù.
Ecco il testo:
1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2 E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3 E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"».
5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto:
"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo,
ed essi ti porteranno sulle loro mani,
perché tu non urti con il piede contro una pietra"».
7 Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».
8 Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: 9 «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». 10 Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».
11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.Matteo (4,1-11)
Ecco il testo:
1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2 E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3 E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"».
5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto:
"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo,
ed essi ti porteranno sulle loro mani,
perché tu non urti con il piede contro una pietra"».
7 Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».
8 Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: 9 «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». 10 Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».
11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.Matteo (4,1-11)
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lunedì 11 febbraio 2013
Anche il papa è umano
Mentre i politici rincorrono l’empatia accaparrandosi guance di bambini da accarezzare, adottando cuccioli e cimentandosi in gag più o meno riuscite, Benedetto XVI, per la prima volta, mostra con fatica e pudore la propria umanità. Ecco le parole di dimissioni tradotte dal latino:
«Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa»
«Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo; vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato».
«Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro».
L’empatia, quella vera, ha un costo.
lunedì 4 febbraio 2013
#propostashock. Berlusconi, come Dio dopo il diluvio, pone il suo arco sulle nubi e risarcisce l’Imu
Silvio Berlusconi è Dio. Proprio così. La proposta choc di ieri lo ha portato dritto, dritto nel firmamento.
Rileggiamone il testo, perché è un capolavoro nella costruzione, nella scelta delle parole, nella creazione della suspence:
“Sentiamo tuttavia, che con tutto quello che è successo e sta succedendo, serve qualcosa di più. Serve, come dire, un atto di sutura, un atto di avvicinamento, un atto di ricucitura civile, un atto di pace dallo Stato e dal fisco verso le nostre famiglie, direi un atto simbolico ma concretissimo che apra una pagina nuova, che ridia la fiducia dei cittadini nello Stato, che consenta cioè di instaurare un rapporto nuovo tra lo Stato e i suoi cittadini. Qualcosa che ho scritto qui dopo averci pensato. Ho pensato a quel che davvero è necessario per il nostro Paese. Un atto che consenta un nuovo inizio. E allora, e allora, nel nostro primo Consiglio dei Ministri delibereremo come risarcimento per un imposizione sbagliata e ingiusta dello Stato la restituzione dell’Imu sulla prima casa pagata dai cittadini nel 2012. I vostri applausi, la vostra standing ovation dimostra che avete capito bene. Le famiglie italiane saranno rimborsate di quanto versato per l’Imu.” Video
Colpisce l’anafora: la ripetizione di “un atto” per sei volte. Segue un ossimoro, una coppia di parole volutamente antitetiche: “un atto simbolico ma concretissimo”.
Poi, l’attribuzione di un’aura di sacralità al proprio dire: “qualcosa che ho scritto qui”. Non sono quindi parole gettate al vento, ma sono parole scritte come i dieci comandamenti.
Infine, arriva il punto culminante della climax, della progressione di parole che sale per intensità e viene introdotta dall’anafora: un atto di “sutura”, “avvicinamento”, “ricucitura”, “pace”; un atto che apra una “pagina nuova”, un atto che consenta “un nuovo inizio”.
È la “nuova alleanza” tra Stato e cittadini, dopo il diluvio universale dell’Imu:
“Dio disse:
«Questo è il segno dell’alleanza,
che io pongo tra me e voi
e ogni essere vivente che è con voi,
per tutte le generazioni future.
Pongo il mio arco sulle nubi,
perché sia il segno dell’alleanza
tra me e la terra»
Genesi 9,12
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