“Io non ho paura” dice Berlusconi dalla fossa dei leoni. Nella sua
personale narrazione
gioca il ruolo del martire: perseguitato, umiliato e offeso.
Anzi, è molto di più di un
martire è un protomartire
come Santo Stefano, il primo cristiano morto per la fede. I suoi sostenitori
reggono il gioco narrativo. Sono ora davanti a Palazzo Grazioli con i rami di ulivo
in mano.
La celebrazione diventa liturgia.
L’uomo politico pregiudicato diventa santo. Il peccato diventa miracolo.
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