sabato 21 febbraio 2015
lunedì 16 febbraio 2015
Io cubo, tu cubi, egli cuba: la moda linguistica degli orecchianti
Dopo "slot" (qui), un'altra preoccupante moda linguistica. "Quante ore cuba questo progetto?" che, tradotto in italiano, significa "Quante ore di lavoro sono necessarie?".
Queste espressioni fanno sembrare chi le pronuncia degli orecchianti senza personalità. E' un peccato perché mi auguro che i "cubanti" abbiano molto di più da dire e da raccontare.
Cubanti, non cubate, parlate come magnate!
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sabato 14 febbraio 2015
Brunetta e Renzi, i sorci verdi e l’eristica
Gustoso botta e risposta tra Brunetta e Renzi in
merito alle riforme. Ieri l’Energumeno Tascabile aveva lanciato
una bordata a Pitti Bimbo: “faremo vedere i sorci verdi a Renzi”.
Dopo l’approvazione del
ddl, Renzi rilancia con un tweet:
“Un abbraccio a #gufi e
#sorciverdi”
L’eristica, l’arte di ottenere ragione si nutre
di nemici. Sono nemici tutti coloro che non sono d’accordo con noi. E, come
tali, devono essere vilipesi e distrutti. Il nemico rende più avvincente il
dire e più avventurosa l’impresa. L’insulto: “sei un gufo” o “un sorcio verde”
è un argumentum
ad personam, la critica è diretta all’avversario, alla sua persona,
non alle sue argomentazioni. Questo post, in puro stile eristico, si potrebbe
concludere con un: Tié!
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venerdì 13 febbraio 2015
La REDUCTIO AD MUSSOLINORUM di Manlio Di Stefano del M5S
Un esempio di REDUCTIO AD HITLERUM, la fallacia della quale
abbiamo già parlato in questo blog (fallacia di Leo Strauss, volutamente in
latino maccheronico). Si tratta della demolizione dell’argomento dell’avversario
attraverso la sua associazione a qualcuno che rappresenta un valore negativo,
come Hitler. Manlio Di Stefano del M5S, autore dell'immagine qui sotto, ha usato una REDUCTIO AD MUSSOLINORUM per
contestare la mancanza di apertura al confronto del PD. Prima di essere insultata,
chiarisco che questa pagina si occupa di mettere in evidenza le strategie dell’argomentazione,
ritenendole un legittimo strumento della democrazia.
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giovedì 12 febbraio 2015
"Ti do uno slot", il nuovo (terrificante) anglicismo dei fighetti
"Quando ci possiamo incontrare?"
"Ma guarda, ti posso dare uno slot dalle 16 alle 18". Brrr, che paura!
Gli anglicismi usati per moda sono un frullato di snobismo e pigrizia.
"Ma guarda, ti posso dare uno slot dalle 16 alle 18". Brrr, che paura!
Gli anglicismi usati per moda sono un frullato di snobismo e pigrizia.
venerdì 6 febbraio 2015
mercoledì 4 febbraio 2015
Anafore presidenziali: il Mattarella style
Se lo stile si vede dal mattino, la nuova presidenza della Repubblica sarà caratterizzata dall'anafora. Sergio Mattarella, nel discorso pronunciato martedì 3 gennaio, ha fatto largo uso di questa figura retorica che consiste nel ripetere una parola o un gruppo di parole all'inizio di frasi successive. "Per me si va nella città dolente,/ per me si va nell'eterno dolore,/ per me si va tra la perduta gente", per intendersi.
Ci mancherà un po' lo stile risorgimentale di Giorgio Napolitano - l'uso dell'epiteto, il lessico desueto, l'inizio della frase con il gerundio - ma siamo pronti per entrare nel settennato dell'anafora.
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martedì 3 febbraio 2015
domenica 1 febbraio 2015
Lo chiamavano Trinità. Mattarella presenta Renzi al Congresso della Margherita
Nel lontano 2007 (sembrano duemila anni fa), Mattarella
presenta Renzi al congresso della Margherita.
Nell’incipit, Renzi si serve di un classico della
retorica: l’enumerazione
a tre preceduta da una frase
organizzatrice contatore.
"Io vorrei semplicemente dire tre parole che vorrei fossero
nella storia del Partito Democratico"
E le tre parole sono: sogno, speranza e fantasia.
Non si sa quale sia il motivo, ma il numero magico dell’enumerazione
è il tre. È quello che funziona meglio. Lo sa bene papa Francesco e lo sapeva Steve Jobs, anche loro fanatici della trinità
linguistica.
Gli esempi? Eccoli.
“Oggi
vorrei suggerirvi tre parole che possono aiutarvi nel vostro impegno”
Le tre parole di Francesco sono: dialogo, discernimento,
frontiera.
(Discorso del Santo padre alla Comunità degli scrittori de
La Civiltà Cattolica, Sala dei Papi, 14 giugno 2013)
“Oggi voglio raccontarvi tre storie che mi appartengono. Tutto
qui. Niente di particolare. Solo tre storie”
“La
prima storia parla di unire i puntini […]. La
seconda storia parla d’amore e di perdita […]. La terza storia parla di morte […]”
(Steve Jobs, Siate affamati, siate folli, Discorso all’Università
di Stanford, 12 giugno 2005)
Ringrazio Cecilia Carpio per aver scovato questo video e
averlo condiviso su Facebook.
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