“I miei killer che non accetteranno mai un no come risposta. I miei fottuti guerrieri che non riagganceranno il telefono fino a quando il cliente o compra o, per Dio, schiatta [...]. Siete in ritardo con i vostri pagamenti? Bene, prendete il telefono e cominciate a chiamare. Il padrone di casa sta per sfrattarvi? Bene, prendete il telefono e cominciate a chiamare. La fidanzata vi considera un fallito senza un soldo? Bene, prendete il telefono e cominciate a chiamare. Voglio che risolviate i vostri problemi diventando ricchi”.
Sono le parole negativamente potenti del broker Jordan Belfort, interpretato da Leonardo di Caprio, nel film di Scorsese “The Wolf of Wall Street” (2013).
L’enfasi viene amplificata dall’uso dell’epifora, la ripetizione di una parola o un gruppo di parole alla fine degli enunciati. L’epifora di Di Caprio-Belfort è: “Bene, prendete il telefono e cominciate a chiamare”.
In questo film Leonardo Di Caprio interpreta un personaggio reale: Jordan Belfort, uno dei broker di maggior successo della storia di Wall Street.
Nel 1990, Belfort, fonda la società di brokeraggio Stratton Oakmont, che vende telefonicamente azioni fasulle. La società ha successo e arriva a impiegare mille agenti di borsa e a fatturare oltre un miliardo di dollari.
Nel 1998, Belfort viene incriminato per frode e riciclaggio di denaro e trascorre ventidue mesi in prigione. Il film di Scorsese è tratto dall’autobiografia omonima.
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