venerdì 20 maggio 2011

Bossi e il neologismo zingaropoli

Beh, fantastico. Ieri Bossi ha espresso il suo appoggio alla candidata sindaco di Milano Letizia Moratti.

Lo ha fatto demolendo il suo avversario Pisapia, definendolo semplicemente «matto».
Ma non è questo aggettivo a destare l’interesse di questo blog. Più che dal tradizionalissimo insulto, la nostra attenzione viene colpita dal neologismo-minaccia «zingaropoli». Ecco le parole di Bossi:

«La Lega non lascia Milano nelle mani di uno che vuol fare la moschea più grande d’Europa, vuol riempirci di clandestini e vuol trasformare Milano in una zingaropoli». Guarda il video.

Il neologismo è stilisticamente ben inquadrato: viene pronunciato – come arma letale – alla fine di una serie di eventi che la Lega considera “tragici” per i milanesi.
«Zingaropoli» è il punto culminante di una climax (da l greco “scala”), una figura retorica che riporta una serie di termini di intensità crescente.

Quanta retorica nel rude Umberto Bossi!

mercoledì 18 maggio 2011

Pisapia, Milano e la presupposizione linguistica

La vicenda delle elezioni amministrative di Milano è interessante non solo dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista linguistico.

Ieri la star emergente del centro-sinistra Giuliano Pisapia, che ha superato il sindaco uscente Moratti, ha dichiarato al Tg de La 7:

«Milano può tornare la capitale del lavoro, la capitale dei diritti»

Una frase semplice e, solo apparentemente, innocua. Non lo è perché contiene una presupposizione linguistica, un’informazione o una visione dei fatti che viene data per scontata e acquisita da tutti, anche se così non è. L’obiettivo è fare riferimento in modo implicito – ma non per questo debole – a una Milano che, nella visione della sinistra, è diventata il polo della corruzione e dell’inefficienza, invece di essere la capitale morale del Paese.

Quella semplice frase evoca tutti i “mali” che il centro-sinistra attribuisce all’amministrazione del centro-destra: dalla bunga-bunga city, alla corruzione, al ritardo dell’Expo.

Aspettiamo con ansia il ballottaggio per assiste a ulteriori salti mortali.

martedì 10 maggio 2011

Collana “La forza delle parole” de L’Espresso: Reagan e l’invocazione a Gorbačëv

Quante figure ed espedienti stilistici ci offre la lingua. E quanti se ne possono usare in un’orazione! Nella collana “La forza delle parole”, pubblicata con L’espresso questa settimana, compare il Discorso alla porta di Brandeburgo di Ronald Reagan (video).

Nel giugno 1987 Reagan, presidente degli Stati Uniti dal 1981 al 1989, è per la seconda volta in visita ufficiale a Berlino. Il presidente si rivolge direttamente a Michail Gorbačëv, allora segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

L’appello del presidente Usa prende la forma classica dell’invocazione:

«Segretario generale Gorbačëv, se cerca la pace, se cerca la prosperità per l’Unione Sovietica e l’Europa Orientale, se cerca la liberalizzazione, venga qui davanti a questa porta.
Segretario Generale Gorbačëv, apra questa pota.
Signor Gorbačëv abbatta questo muro!»

Nelle opere poetiche viene definita invocazione la richiesta, da parte dell’autore, dell’aiuto soprannaturale delle Muse o di Apollo per portare a termine il componimento.

Al di fuori del contesto poetico, l’invocazione si tinge dei colori della sfida.

mercoledì 4 maggio 2011

Casini, le nostre forze armate e il lavoro straordinario


Ieri sera a Ballarò Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, ha ricordato il lavoro svolto dalle nostre forze armate definendolo «straordinario».

È vero che le forze armate svolgono un lavoro straordinario, ma la frase «le nostre forze armate fanno un lavoro straordinario» sta diventando un riempipista, un tappo multiuso per riempire un vuoto di argomentazioni.

È un’affermazione cui non vale la pena replicare, senza diventare necessariamente impopolari e che, in questo momento storico, genera sicuro consenso. Ma attenzione, gli evergreen, prima o poi, suonano falsi e stucchevoli.

lunedì 2 maggio 2011

Obama annuncia la morte di Osama Bin Laden, ma conferma la mano tesa degli Usa verso L’Islam

«È il risultato più importante nella lotta al terrorismo. Ma la nostra guerra non è contro l'islam».
Obama ha annunciato l’uccisione di Osama Bin Laden da parte dei soldati Usa.

Ma il presidente ha confermato la sua posizione di apertura nei confronti dell’Islam, proprio come fece con il discorso all’Università del Cairo, 4 giugno 2009, nel quale ha dato vita a un paradosso: il punto d’incontro tra le culture ebraica, musulmana e cristiana deve essere proprio ciò che le divide e le ha divise per secoli. Questo punto di incontro è la religione.

«Noi abbiamo la possibilità di creare il mondo che vogliamo, ma soltanto se avremo il coraggio di dare il via a un nuovo inizio, tenendo in mente ciò che è stato scritto. Il Sacro Corano dice: “Oh umanità! Sei stata creata maschio e femmina. E ti abbiamo fatta in nazioni e tribù, così che voi poteste conoscervi meglio gli uni gli altri”. Nel Talmud si legge: “La Torah nel suo insieme ha per scopo la promozione della pace”. E la Sacra Bibbia dice: “Beati siano coloro che portano la pace, perché saranno chiamati figli di Dio”».

Servirà a evitare rappresaglie?













domenica 1 maggio 2011

Ratzinger, la beatificazione di Wojtyla e la speranza tra fede e politica



Quanto calore ha dato alle parole di Joseph Ratzinger la beatificazione di Karol Wojtyila! Oggi, un oratore generalmente severo come Benedetto XVI, ha dimostrato passione e commozione. Uno dei momenti più sentiti del discorso di questa mattina è stato il passaggio sulla speranza: tema chiave della fede ma anche della politica.

Ratzinger ha ricordato come Wojtyla abbia riconquistato la «carica di speranza, ceduta al marxismo e al mito del progresso, e l’ha restituita al cristianesimo»

Un messaggio che ci fa tornare alla memoria la celebre frase dell’omelia della messa inaugurale di pontificato di Giovanni Paolo II del 22 ottobre 1978, in cui religione e politica si intrecciano:

«Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà. Di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!»

Quanto mi piacerebbe scrivere discorsi per il papa! Faccio un appello. Non si sa mai.