mercoledì 2 maggio 2012

Su richiesta, l’analisi del discorso di Steve Jobs in difesa dell’iPhone 4

Roberto Accomando ha chiesto a Discorsi potenti l’analisi dell’allocuzione tenuta da Steve Jobs in occasione del caso Antennagate, la crisi che la Apple ha dovuto affrontare nel 2010 a causa dei problemi di ricezione dell’iPhone 4. video

Vediamo quali sono gli ingredienti del discorso.

Cattura la nostra attenzione un espediente dell’arte retorica classica: una excusatio propter infirmitatem. Si tratta di una strategia linguistica che abbiamo trattato più volte in questo blog. Funziona così: l’oratore dichiara esplicitamente la propria inadeguatezza di fronte al pubblico, per catturarne la simpatia.

«You know, we are not perfect. We know that, you know that. And our phones aren’t perfect either.»

(Sapete, non siamo perfetti. Lo sappiamo e lo sapete anche voi. E neanche i nostri telefoni non sono perfetti.)

Successivamente, Jobs mette in pratica le tecniche argomentative di gestione della comunicazione in caso di crisi che si ritrovano nei manuali americani. Le riassumiamo, riportando – di volta in volta - il relativo passaggio.

1. Dimostrare attenzione nei confronti del consumatore.

«But we wanna make all our users happy.»

(Ma vogliamo rendere felici tutti i nostri fruitori.)

2. Ammettere il problema e circoscriverlo, non perdendo l’occasione di sottolineare il proprio primato.

«However we started getting some reports of people having issues with the antenna system, which is a very advanced new antenna system […]. It doesn’t seem like a good thing.»

(Comunque abbiamo cominciato ad avere alcune informazioni di persone che hanno problemi con l’antenna, che è un sistema molto avanzato[…]. Non è una cosa positiva.)

3. Allargare il problema, dimostrando che riguarda anche i concorrenti.

«Well it comes out it’s certainly not unique to the iPhone 4. [Steve Jobs chiama in causa Motorola e Nokia]»

(Beh, è venuto fuori che non si tratta solo di un problema dell’iPhone 4.)

4. Delineare i confini del problema per contenrne la portata, gettando un sottile discredito su chi lo ha gonfiato.

«But I think it’s important to understand the scope of this problem […] this has been blown so out of proportion. It’s incredible.»

(Ma penso sia importante comprendere la portata del problema […] è stato gonfiato ben oltre le sue reali dimensioni. È incredibile.)

Qui il tono di Steve Jobs è severo, quasi adirato come quello di un parroco che denuncia la dilagante deriva dei costumi nella propria comunità.

5. Dimostrare comprensione per i detrattori e la volontà di andare incontro ai consumatori.  

«So, let me tell you what we gonna do [pausa teatrale]. The first thing we did yesterday, we released IOS 4.0.1 [accompagna queste parole con un gesto del braccio, come un direttore d’orchestra che dà il via a un coro].»

(Ora, lasciatemi dire cosa faremo. La prima cosa che abbiamo fatto ieri è stata quella di lanciare il nuovo IOS 4.0.1.)

Qui Jobs è astuto, perché presenta un’iniziativa già attuata. Evita, in questo modo, di parlare al futuro - “diremo”, “faremo” - dando un’impressione di concretezza.

6. Espiare la propria colpa auto infliggendosi pubblicamente una pena.

«[…] a lot of people told us that bumper solve the signal problem. […]. Why don’t you give everybody a case. [allarga le braccia e assume un’espressione sarcastica da papà cui il figlio che va male a scuola ha chiesto di avere un nuovo zaino per avere voti migliori]. Ok, great. Let’s give everybody a case.»

([…] un sacco di gente ci ha detto che i bumper [bumper case: una sorta di custodia con l’elastico, gli esperti di cellulari mi aiutino a trovare una traduzione migliore!]. Perché non date a tutti una custodia? Va bene, ottimo. Daremo a tutti una custodia.)

Il tono di Jobs è quasi sarcastico. Si auto infligge una pena ma non mostra alcun senso di colpa, anzi sembra essere quasi seccato. Da colpevole diventa parte lesa, da carnefice a vittima. Sembra quasi un martire che, magnanimo, che viene incontro al suo aguzzino.

Invito coloro che hanno un discorso del cuore - o una particolare curiosità su un discorso, una frase, una battuta - a mettermi alla prova, chiedendomene l’analisi. Vi aspetto: trupia@professionistiliberi.it

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