venerdì 7 settembre 2012

Obama accetta la candidatura alle presidenziali Usa e riafferma il “basic bargain”: lavora duro e avrai la tua opportunità

L’oratore Obama non perde il suo smalto e la sua grinta. Ieri sera alla convention di Charlotte ha formalmente accettato la candidatura alla elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America.
La sua entrata sul palco è preannunciata dalla moglie Michelle:
«Sono emozionata, onorata e fiera di presentare l’amore della mia vita, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.»

Barack guadagna la scena e Michelle lo abbraccia, sussurrandogli qualcosa nell’orecchio, poi si siede in prima fila con le figlie Malia e Sasha.

Obama è sicuro come sempre. La testa alta e lo sguardo lontano che sfida il modo. La platea urla in coro «Four more years, four more years, four more years». Ancora quattro anni.

La speranza è il primo tema affrontato nel discorso, con un esplicito riferimento al messaggio chiave che ha contraddistinto l’ispirazione politica di Obama: «The audacity of hope», il coraggio della speranza.

Uno slogan che i repubblicani stanno usando come arma contro l’attuale presidente, tacciando di scarsa concretezza la sua politica. Obama vuole sgombrare subito il campo e scrollarsi di dosso l’accusa di sognatore velleitario e inconcludente:

«Now, the first time I addressed this convention in 2004, I was a younger man; a Senate candidate from Illinois who spoke about hope, not blind optimism or wishful thinking, but hope in the face of difficulty; hope in the face of uncertainty…» [La prima volta che ho parlato in questa convention nel 2004 ero un uomo più giovane, un candidato al Senato dell'Illinois che parlava di speranza, non di cieco ottimismo o di utopie; di speranza di fronte alle difficoltà, di speranza di fronte all'incertezza.]

Segue la tesi principale del discorso. I cittadini, attraverso il voto, sono chiamati a scegliere una strada, una visione del mondo, un’idea di cosa sia veramente il sogno americano:
«And on every issue, the choice you face won’t be just between two candidates or two parties. It will be a choice between two different paths for America. A choice between two fundamentally different visions for the future. Ours is a fight to restore the values that built the largest middle class and the strongest economy the world has ever known.» [E su ogni questione, la scelta che farete non sarà solo tra due candidati o due partiti. Sarà una scelta tra due diverse strade per l'America. Una scelta tra due visioni completamente diverse del futuro. La nostra è una lotta per ripristinare i valori che hanno costruito la più grande classe media e l'economia più forte che il mondo abbia mai conosciuto.]
L’American dream prende la forma del basic bargain (il patto fondamentale) e Barack le sembianze del cavaliere che lo difende dagli attacchi nemici. È il “patto” il cuore dell’argomentazione di Obama:
«My grandparents were given the chance to go to college, buy their own -- their -- their own home, and fulfill the basic bargain at the heart of America’s story: the promise that hard work will pay off; that responsibility will be rewarded; that everyone gets a fair shot, and everyone plays by the same rules, from Main Street to Wall Street to Washington, D.C. And I ran for President because I saw that basic bargain slipping away.» [I miei nonni hanno avuto la possibilità di andare al college, di comprare la propria casa e adempiere al patto fondamentale al centro della storia americana: la promessa che il duro lavoro pagherà, che la responsabilità sarà premiata; che ognuno ha un’opportunità e tutti giocano con le stesse regole, da Main Street a Wall Street a Washington, DC. Ho scelto di correre per la presidenza perché ho visto il rischio che il patto fondamentale svanisse.]
Solo dopo questa lunga introduzione, Obama pronuncia lo slogan della campagna 2012: «Forward.». Avanti! Uno messaggio che contiene una presupposizione linguistica: gli Usa di Barack hanno intrapreso la strada giusta, ma il cammino da fare è ancora lungo e accidentato. Si tratta di una formula felice, perché è assertiva e positiva ma non rinnega le difficoltà affrontate nel primo mandato e quelle da fronteggiare nell’eventuale secondo.
«I won’t pretend the path I’m offering is quick or easy. I never have. You didn’t elect me to tell you what you wanted to hear. You elected me to tell you the truth.» [Non voglio fingere che la strada che sto prospettando sia rapida o facile. Non l’ho mai fatto. Non mi avete eletto per dirvi quello che volevate sentirvi dire. Mi avete eletto per dirvi la verità.]
Nell’intero discorso ricorre il tentativo di coinvolgere direttamente l’uditorio, facendolo sentire protagonista e responsabile del futuro del Paese. Qualche esempio.
«We can help big factories and small businesses double their exports, and if we choose this path, we can create a million new manufacturing jobs in the next four years. You can make that happen. You can choose that future.» [Possiamo aiutare le grandi fabbriche e le piccole imprese a raddoppiare le loro esportazioni e, se si sceglie questa strada, siamo in grado di creare un milione di posti di lavoro nel manifatturiero nei prossimi quattro anni. Potete fare in modo che ciò accada. Potete scegliere questo futuro.]

«Help me recruit 100,000 math and science teachers within ten years, and improve early childhood education. Help give two million workers the chance to learn skills at their community college that will lead directly to a job. Help us work with colleges and universities to cut in half the growth of tuition costs over the next ten years. We can meet that goal together. You can choose that future for America.» [Aiutatemi ad assumere 100.000 insegnanti di scienze e matematica entro dieci anni, a migliorare l'istruzione della prima infanzia. Aiutatemi a dare a due milioni di lavoratori la possibilità di acquisire le competenze che porteranno direttamente a un posto di lavoro. Aiutatemi a lavorare con i college e le università per dimezzare la crescita dei costi di istruzione per i prossimi dieci anni. Siamo in grado di raggiungere questo obiettivo insieme. È possibile scegliere questo futuro per l'America.]

Molti i colpi di fioretto, le frasi memorabili da segnare sul diario del perfetto oratore. Ne segnalo due:
«And tonight, we pay tribute to the Americans who still serve in harm’s way. We are forever in debt to a generation whose sacrifice has made this country safer and more respected […]. When you take off the uniform, we will serve you as well as you’ve served us because no one who fights for this country should have to fight for a job, or a roof over their head, or the care that they need when they come home.» [E stasera, rendiamo omaggio ai soldati americani. Siamo in debito con una generazione il cui sacrificio ha reso questo Paese più sicuro e rispettato... Quando vi toglierete l'uniforme, a casa, vi serviremo così come voi avete servito noi. Faremo in modo che nessuna persona che combatte per questo Paese sia mai costretta a lottare per un posto di lavoro o per un tetto sulla testa o per le cure di cui ha bisogno.]
«We believe the little girl who’s offered an escape from poverty by a great teacher or a grant for college could become the next Steve Jobs, or the scientist who cures cancer, or the President of the United States, and it’s in our power to give her that chance.» [Crediamo che la bambina alla quale è stata offerta una via di fuga dalla povertà da un grande insegnante o una borsa di studio per il college può diventare il prossimo Steve Jobs o lo scienziato che trova la cura per il cancro o il presidente degli Stati Uniti. Ed è tra i nostri poteri darle questa opportunità.]
Il finale (explicit) ha il sapore di un passo della Bibbia, in linea con la tradizione oratoria segnata da Luther King:
« America, I never said this journey would be easy, and I won’t promise that now. Yes, our path is harder, but it leads to a better place. Yes our road is longer, but we travel it together. We don’t turn back. We leave no one behind. We pull each other up. We draw strength from our victories, and we learn from our mistakes, but we keep our eyes fixed on that distant horizon, knowing that Providence is with us, and that we are surely blessed to be citizens of the greatest nation on Earth.» [America, non ho mai detto che questo viaggio sarebbe stato facile, e non lo voglio promettere ora. , il nostro cammino è più difficile, ma conduce a un posto migliore. Sì, la nostra strada è più lunga, ma la percorreremo insieme. Noi non torniamo indietro. Non lasciamo indietro nessuno. Ci spingiamo a vicenda. Dobbiamo trarre la forza dalle nostre vittorie, imparare dai nostri errori e tenere gli occhi fissi su quel lontano orizzonte, sapendo che la Provvidenza è con noi, e che abbiamo la fortuna di essere i cittadini della più grande nazione sulla Terra.].
L’America di Obama, la Terra promessa.

Video

Ps Non sono una traduttrice. Se avete correzioni, sarò felice di accoglierle!

5 commenti:

  1. Beh in un'epoca in cui la mobilità sociale è diventata quasi un'utopia devo dire che il discorso di Obama è mooooooooooltooooooooooooo coraggioso. Di sicuro è un "motivatore" motivato e questo si sente in ogni parola che dice e lo sente anche l'elettorato. Della serie" ahò se ce crede pure lui allora è vero!!!!" . In tal senso forse è la più bella forma di retorica. Speriamo che quello che ha così ben comunicato si realizzi

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  2. Interessante questo spunto offerto da La Repubblica:

    http://www.repubblica.it/esteri/2012/09/08/foto/obama_e_romney_parole_chiave_a_confronto-42159778/1/?ref=HREC1-2

    Le parole chiave più interessanti:

    ROMNEY: PRESIDENT, BETTER, OBAMA.
    OBAMA: NEW, YEARS, BELIEVE. (Obama non cita MAI Romney!)


    saluti.

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  3. qui la traduzione integrale del discorso di Obama

    http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/137002/il_discorso_di_obama_a_charlotte

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  4. qui l'analisi di Repubblica sulle parole chiave

    http://www.repubblica.it/esteri/elezioni-usa/2012/09/08/news/parole_casa_bianca-42151967/?ref=HREC1-4

    il ragionamento per key words che ho riportato sopra a mio avviso sintetizza però il programma di entrambi. Romney punta ad affossare Obama imputandogli di non aver migliorato le cose un (nuovo) PRESIDENTE farà MEGLIO di OBAMA quindi il nocciolo del suo programma. Obama invece punta tutto sulla fiducia BELIEVE , a puntare su di lui a guardare FORWARD ma lontano negli YEARS per un nuovo NEW meraviglioso scenario quello dell'America pre-crisi, la Promise Land.


    saluti.

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