lunedì 3 settembre 2012

Elezioni Usa. Ann Romney, la Barbie dalle parole di ferro

Le vacanze sono finite. Ci consoliamo con la campagna elettorale Usa che ci ha regalato e ci regalerà uno spettacolo sempre intrigante: la lotta tra i titani dei discorsi potenti.

Il discorso di Ann Romney, la Barbie-moglie del candidato repubblicano alla presidenza Mitt Romney, mi ha colpito particolarmente. È pieno di astuzie retoriche al limite del manierismo.

Da notare l’elemento ricorrente del “ballo della scuola”. È la spina dorsale che sostiene l’intero discorso e riemerge con cadenza regolare come il ritornello di una canzone.

«I want to talk to you about the deep and abiding love I have for a man I met at a dance many years ago.» [Voglio parlarvi del profondo e durevole amore che provo per un uomo che ho incontrato a un ballo tanti anni fa.]

«And that is where this boy I met at a high school dance comes in.
His name is Mitt Romney and you really should get to know him. [Ed ecco che il ragazzo che ho incontrato al ballo della scuola entra in gioco. Il suo nome è Mitt Romney e dovreste conoscerlo meglio.]
Now we have five sons and 18 grandchildren and I'm still in love with that boy I met at a high school dance[Ora abbiamo cinque figli e 18 nipoti e sono ancora innamorata di questo ragazzo che ho incontrato al ballo della scuola.]
«At every turn in his life, this man I met at a high school dance, has helped lift up others. He did it with the Olympics, when many wanted to give up.
He did it in Massachusetts, where he guided a state from economic crisis to unemployment of just 4.7%.» [In ogni momento di svolta della sua vita, quest’uomo che ho incontrato al ballo della scuola, ha aiutato gli altri. Lo ha fatto con le Olimpiadi, quando molti volevano mollare. Lo ha fatto nel Massachusetts, dove ha condotto uno stato dalla crisi economica a un livello di disoccupazione di appena 4,7 %.]
«It has been 47 years since that tall, kind of charming young man brought me home from our first dance. Not every day since has been easy.
But he still makes me laugh. And never once did I have a single reason to doubt that I was the luckiest woman in the world.» [Sono passati 47 anni da quando questo giovane uomo alto e affascinante mi ha portato a casa dal nostro primo ballo. Da allora, non tutti i giorni sono stati facili. Ma mi fa ancora ridere. E mai una volta da allora ho avuto una sola ragione per pensare che non fossi la donna più fortunata del mondo.]
Addirittura! Quest’ultima frase mi sembra stucchevole e soprattutto poco credibile. Ci sono giorni in cui avremmo voglia di buttare il marito dalla finestra (e viceversa, ovviamente).

La conclusione (explicit) dell’intero discorso ritorna sul tormentone-ritornello del ballo della scuola. Mitt Romney viene presentato come il cavaliere senza paura che porta a casa “sana e salva” la sua bionda principessa. Le femministe avranno storto un po’ il naso ma le signore più romantiche saranno cadute in deliquio.

«He will take us to a better place, just as he took me home safely from that dance.
Give him that chance.
Give America that chance.»

[Ci porterà in un posto migliore, proprio come mi ha portato a casa sana e salva da quel ballo. Dategli questa opportunità. Date all’America questa opportunità”]

Ma la fatina bionda Ann non rinuncia a lanciare micidiali bordate all’attuale presidente Obama, tracciando il ritratto di un’America disperata a causa della crisi economica:

«Sometimes I think that late at night, if we were all silent for just a few moments and listened carefully, we could hear a great collective sigh from the moms and dads across America who made it through another day, and know that they'll make it through another one tomorrow. But in that end of the day moment, they just aren't sure how.» [Qualche volta penso che tardi, la sera, se restassimo tutti in silenzio per qualche istante e ascoltassimo attentamente, potemmo ascoltare un grande sospiro collettivo proveniente dalle mamme e i papà americani che hanno affrontato un altro giorno, e sanno che ne dovranno affrontare un altro domani. Ma, in quel momento, della giornata non sanno come potranno cavarsela.]

Non manca la captatio benevolentiae nei confronti delle donne americane, il cui voto è fondamentale sia per Romney che per Obama.

«We're the mothers, we're the wives, we're the grandmothers, we're the big sisters, we're the little sisters, we're the daughters.
You know it's true, don't you?
You're the ones who always have to do a little more.»
«You are the best of America.
You are the hope of America
[Siamo le madri, le mogli, siamo le nonne, siamo le sorelle maggiori, siamo le sorelle minori, siamo le figlie. Sapete che è vero, non è così? Siamo quelle che devono fare sempre un po’ di più. Siete il meglio dell’America. Siete la speranza dell’America]

Infine l’arma letale. La bomba atomica sganciata da Ann per allontanare da sé l’accusa di essere una casalinga privilegiata che non ha idea di come funzioni la vita: il riferimento alla sua personale battaglia contro la sclerosi multipla e il cancro.

«I read somewhere that Mitt and I have a “storybook marriage.” Well, in the storybooks I read, there were never long, long, rainy winter afternoons in a house with five boys screaming at once. And those storybooks never seemed to have chapters called MS or Breast Cancer. » [Ho letto da qualche parte che Mitt e io abbiamo un matrimonio da libro di fiabe. Beh nei libri di fiabe che ho letto, non ci sono lunghissimi pomeriggi invernali piovosi in casa con cinque bambini che strillano tutti insieme. E in quei libri non credo ci siano capitoli sulla sclerosi multipla e il cancro al seno.»

BOOM. Brava, Ann. Questa sì, mi è piaciuta.

4 commenti:

  1. Francamente a parte la botta finale il discorso fatto dall'aspirante first lady sembra uscito dalla bocca da uno dei personaggi di un film di Frank Capra degli anni 30. E' vero che in tempi di crisi (economica e di valori) si cercano persone e soluzioni rassicuranti ma francamente penso che ormai anche l'elettore repubblicano più bigotto guardi con un sorriso divertito questa retorica un pò datata del ballo della scuola, della coppia fissa da quarant'anni con 5 figli e 47 nipoti, della torta di mele e del tacchino nel giorno del ringraziamento. Anche la casalinga americana penso che ormai non sia più quella ritratta sulla confezione del brodo knorr e non so quanto si senta immedesimata in questo quadretto idilliaco di buoni propositi e grandi sentimenti. Per fortuna a parlare ai portafogli degli americani conservatori ci pensa il maritino e se obama non vincesse probabilmente sarebbe più per merito dei discorsi dell'aspirante presidente che della moglie. Effettivamente con la storia finale fatta di sclerosi multipla e cancro riesce a guadagnarsi quel pietismo e quell'immedesimazione (eh si perchè di fronte ad una malattia così diffusa che bene o male becca sempre qualche parente o amico si fa presto a sentirsi coinvolti.)da parte dell'elettorato "buono" e di grandi sentimenti che tutta la parte del ballo rischiava di far perdere. Una bella mossa, scorretta a mio avviso (io il cancro ce l'ho avuto ma non mi sognerei di tirare fuori sta storia per farmi pubblicità), ma una bella mossa

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  2. Credo, però, che la storia delle malattie l'abbia tirata fuori con una certa classe. Non credi?
    Vediamo cosa tira fuori dal cappello la mitica Michelle.

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  3. ....mmmm....no non sono d'accordo. Sicuramente con il grande pubblico americano abituato a spettacolarizzare anche questo aspetto funziona. Qui in Italia/Europa siamo (in Italia di poco) più "smaliziati" su questi giochetti e non so quanto avrebbe funzionato. Quando Berlusconi parlò del suo tumore alla prostata fece impressione solo al suo elettorato (e manco tutto)e il resto degli italiano rimase un pò infastidito da questa "esibizione di dolore" a fini politici (ricordi? subito dopo aver reso note le sue condizioni manifestò platealmente le sue preoccupazioni sul fatto che gli avversari avrebbero aprofittato di questi fatti..)

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  4. E, invece, della sua prostata hanno approfittato le varie excort!

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