Senza esagerare: è la premessa delle premesse. Senza esagerare, dicevo, nei discorsi è possibile usare qualche gioco di parole per facilitare la memorizzazione, per dare ritmo alla frase o per colpire il pubblico con la nostra arguzia.
Nel discorso pronunciato nel 1960 da John Kennedy alla Convention nazionale democratica troviamo un passaggio che si conclude con un riuscito gioco di parole sul tema del futuro.
«Una nazione organizzata e governata come la nostra è in grado o no di durare? Questo è il dilemma sostanziale. Ne abbiamo o non ne abbiamo la volontà e la forza d’animo? Siamo o no in grado di superare un’epoca nella quale assisteremo non solo a novità rivoluzionarie nel campo degli armamenti più distruttivi, ma anche a una gara per il dominio del cielo e della pioggia, degli oceani e delle maree, delle remote profondità dello spazio e degli intimi recessi delle menti umane? Siamo davvero capaci di questo? Siamo davvero all’altezza della situazione? Siamo davvero decisi a sacrificare anche noi il presente al futuro come fanno i russi, o dobbiamo sacrificare il nostro futuro per goderci il presente?»
Ecco un gioco di parole, una sorta di calembour. J’adore.
Nel discorso pronunciato nel 1960 da John Kennedy alla Convention nazionale democratica troviamo un passaggio che si conclude con un riuscito gioco di parole sul tema del futuro.
«Una nazione organizzata e governata come la nostra è in grado o no di durare? Questo è il dilemma sostanziale. Ne abbiamo o non ne abbiamo la volontà e la forza d’animo? Siamo o no in grado di superare un’epoca nella quale assisteremo non solo a novità rivoluzionarie nel campo degli armamenti più distruttivi, ma anche a una gara per il dominio del cielo e della pioggia, degli oceani e delle maree, delle remote profondità dello spazio e degli intimi recessi delle menti umane? Siamo davvero capaci di questo? Siamo davvero all’altezza della situazione? Siamo davvero decisi a sacrificare anche noi il presente al futuro come fanno i russi, o dobbiamo sacrificare il nostro futuro per goderci il presente?»
Ecco un gioco di parole, una sorta di calembour. J’adore.
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