sabato 5 marzo 2011

Mandela 1: nel libretto pubblicato con L’Espresso, la libertà bambina e la prosopopea del discorso di insediamento del 1994


Approfitto dell’iniziativa de L’Espresso per distrarmi dall’osservazione dei botta e risposta dell’attualità politica italiana e gettare uno sguardo ai discorsi potenti della contemporaneità.

Il libretto “Un mondo senza apartheid” riporta il discorso di insediamento di Mandela del maggio 1994.

Dopo quasi trent’anni di prigionia e una lunga campagna elettorale, Mandela vince le elezioni e diventa il primo presidente nero del Sudafrica.

Nel discorso di insediamento il suo pensiero si rivolge alla
«libertà appena nata».

Il concetto «libertà» viene identificato con una persona, una bambina neonata, da proteggere, rispettare e far crescere.

È una prosopopea, una figura retorica frequente nella letteratura. Nei romanzi, nei racconti, nelle poesie i concetti e gli esseri inanimati o animati – come gli animali - diventano persone e, spesso, acquisiscono il dono della parola.

Giosuè Carducci in Rime nuove (“Davanti a San Guido”) fa parlare i cipressi:

«Intesi allora che i cipressi e il sole / una gentile pietade avean di me, / e presto il mormorio si fe’ parole: / - Ben lo sappiamo: un pover uomo tu se’»

La libertà che diventa neonata è una strategia linguistica felice per far vivere, attraverso poche parole, l’importanza di una conquista così grande per il popolo del Sudafrica e per il mondo.

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