venerdì 18 marzo 2011

Napolitano 1: il discorso per l’Unità d’Italia è in stile risorgimentale


Solenne e imponente il discorso (testo) pronunciato ieri a Montecitorio dal presidente della Repubblica, in occasione della celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Un'oratoria che potremmo definire risorgimentale. Napolitano, nella sua allocuzione, ripercorre la storia italiana dall’unità d’Italia ai nostri giorni. Cita passi tratti dai protagonisti di quel periodo storico – come Cavour e Mazzini – il cui stile non si discosta da quello del discorso presidenziale.

È risorgimentale la scelta delle parole e la loro posizione nel periodo, con l’aggettivo posto prima del nome che costruisce un epiteto:
«luminosa evidenza»; «suprema pazienza»; «fortificanti motivi»; «generosa utopia».

È risorgimentale l’uso del passato remoto, ormai ingiustamente trascurato nel linguaggio comune e nei discorsi pubblici:
«Fu dunque la consapevolezza di basilari interessi e pressanti esigenze comuni, e fu, insieme, una possente aspirazione alla libertà e all’indipendenza, che condussero all’impegno di schiere di patrioti – aristocratici, borghesi, operai e popolani, persone colte e incolte, monarchi e repubblicani – nelle battaglie per l’unificazione nazionale.»

È risorgimentale il periodo ricco di incisi:
«Una formidabile galleria di ingegni e di personalità - quelle femminili fino a ieri non abbastanza studiate e ricordate - di uomini di pensiero e d'azione. A cominciare, s'intende, dai maggiori: si pensi, non solo a quale impronta fissata nella storia, ma a quale lascito cui attingere ancora con rinnovato fervore di studi e generale interesse, rappresentino il mito mondiale, senza eguali - che non era artificiosa leggenda - di Giuseppe Garibaldi, e le diverse, egualmente grandi eredità di Cavour, di Mazzini e di Cattaneo.»

Un’oratoria antica ed elegante nella quale non mancano, però, argomentazioni straordinariamente precise e contemporanee, che troverete nel prossimo post (Napolitano 2).

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