venerdì 24 giugno 2011

Sì, sono una ghost writer. Una scrittrice fantasma



Tutti sanno che i discorsi di Obama sono scritti da un ghost writer, ma nessuno storce il naso. La cosa è ritenuta assolutamente normale.

Non riesco a spiegarmi perché esista, nel nostro Paese, un atteggiamento generalizzato di sufficienza mista a una punta di compassione nei confronti dei ghost writer nostrani e, curiosamente, un atteggiamento meno severo nei confronti dei loro colleghi britannici o americani. Allo stesso modo, i personaggi italiani che si fanno scrivere i discorsi sono guardati con sospetto nel nostro Paese, mentre ciò non avviene con gli stranieri.

Un articolo uscito oggi su lastampa.it, che riguarda le intercettazioni di Luigi Bisignani, critica Gianfranco Micciché per essersi servito di uno scrittore fantasma:

«non fa certo una bella figura Gianfranco Micciché. Luigi Bisignani al telefono con Stefano Lucchini, relazioni istituzionali dell’Eni, parla di Gianfranco Miccichè. “Aveva bisogno - mette a verbale Lucchini - di una persona che scrivesse un intervento che lui doveva fare in occasione della presentazione o comunque di un convegno della sua formazione politica, denominata Forza Sud. Io sono amico personale di Micciché e dunque per questo Bisignani mi chiese un consiglio su quale giornalista potesse redigere questo intervento svolgendo la funzione di Ghost writer o similare».

Perché Obama sì e Micciché no? La risposta è boh.

Comunque io sono una ghost writer. Al vostro servizio.

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