Le stime sull’affluenza sono il classico giochino dei post-manifestazione. E anche questa volta, dopo lo sciopero di ieri, non sono mancati gli sparanumeri.
Il sindacato ha dichiarato un’adesione del 58 per cento dei lavoratori; il ministro Sacconi ha parlato di «adesione bassa»; Brunetta di uno sciopero limitato al 3-4%.
Nessuno ormai crede più che le cifre tirate fuori in queste occasioni dai vari protagonisti della scena politica abbiano molto a che fare con la verità. Gli stessi sparacifre non sembrano poi tanto convinti. Eppure tutti continuano imperterriti a sparare, cercando strenuamente di avere l’ultima parola come vecchi coniugi che litigano da più di cinquant’anni.
La verità è che la disputa sui numeri dei cortei è diventata ormai una forma di manierismo, un’elaborazione formale fine a se stessa che rende il dettaglio l’oggetto principale del discorso e rischia di far spostare l’attenzione dalla domanda cruciale: perché i cittadini sono spaventati dal futuro?
Il sindacato ha dichiarato un’adesione del 58 per cento dei lavoratori; il ministro Sacconi ha parlato di «adesione bassa»; Brunetta di uno sciopero limitato al 3-4%.
Nessuno ormai crede più che le cifre tirate fuori in queste occasioni dai vari protagonisti della scena politica abbiano molto a che fare con la verità. Gli stessi sparacifre non sembrano poi tanto convinti. Eppure tutti continuano imperterriti a sparare, cercando strenuamente di avere l’ultima parola come vecchi coniugi che litigano da più di cinquant’anni.
La verità è che la disputa sui numeri dei cortei è diventata ormai una forma di manierismo, un’elaborazione formale fine a se stessa che rende il dettaglio l’oggetto principale del discorso e rischia di far spostare l’attenzione dalla domanda cruciale: perché i cittadini sono spaventati dal futuro?
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