«È tutta invidia» dice la escort Terry De Nicolò nella sua intervista a L’ultimaparola di Rai 2 nella quale elogia il Gianpi-Tarantini uomo e imprenditore e condanna i suoi detrattori.
«È colpa dei media» risuona Berlusconi, commentando il declassamento dell’Italia da parte di Standard & Poor's.
“Tutta invidia –colpa dei media” suona bene: è un quinario. Sembra il verso di una poesia o di una canzone. Un tormentone che è diventato familiarmente fastidioso come il jingle di una pubblicità. Avete presente “a far l’amore comincia tu” dello spot Wind? Più o meno l’effetto è lo stesso.
La domanda è: possibile che non esistano argomentazioni meno banali?
E la risposta è semplice. Nello spazio mediatico la regola numero uno è evitare l’imbarazzo del vuoto, della non reazione.
Quando si è sotto accusa meglio reagire con una banalità che stare zitti.
È proprio il contrario della vita reale, dove nel 90% dei casi il silenzio è d’oro.
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