lunedì 27 giugno 2011

Vasco Rossi si dimette da rock star. L’atto linguistico può essere felice e chic

Vasco va in pensione. Lo dice e lo fa. Lo fa nel momento stesso in cui lo dice.

Il linguaggio serve solo per parlare? Non è vero. Il linguaggio serve anche per fare. Non ho mai creduto al proverbio inglese “Actions speak louder than words”. Ci sono parole che sono vere e proprie azioni. Gli esperti le chiamano “atti linguistici”.

Penso alle parole che riempiono le piazze, che cambiano il mondo o che ti salvano la vita.

Oppure, molto più semplicemente, alle parole che compiono azioni più banali ma significative per chi le pronuncia e per chi le ascolta, come un impiegato che dice “mi dimetto”, un giudice che dichiara “la seduta è tolta” o un fidanzato che pronuncia il fatidico e temuto “ti lascio”.

Le parole di Vasco Rossi non sono solo azione ma sono anche liberatorie. Il rocker va in pensione con gli occhi che ridono e con la vivacità che solo l’autoironia può garantire:

«A sessant’anni uno non può fare la rock star!» video

Dire basta quando si è al massimo. Molto chic!

venerdì 24 giugno 2011

Sì, sono una ghost writer. Una scrittrice fantasma



Tutti sanno che i discorsi di Obama sono scritti da un ghost writer, ma nessuno storce il naso. La cosa è ritenuta assolutamente normale.

Non riesco a spiegarmi perché esista, nel nostro Paese, un atteggiamento generalizzato di sufficienza mista a una punta di compassione nei confronti dei ghost writer nostrani e, curiosamente, un atteggiamento meno severo nei confronti dei loro colleghi britannici o americani. Allo stesso modo, i personaggi italiani che si fanno scrivere i discorsi sono guardati con sospetto nel nostro Paese, mentre ciò non avviene con gli stranieri.

Un articolo uscito oggi su lastampa.it, che riguarda le intercettazioni di Luigi Bisignani, critica Gianfranco Micciché per essersi servito di uno scrittore fantasma:

«non fa certo una bella figura Gianfranco Micciché. Luigi Bisignani al telefono con Stefano Lucchini, relazioni istituzionali dell’Eni, parla di Gianfranco Miccichè. “Aveva bisogno - mette a verbale Lucchini - di una persona che scrivesse un intervento che lui doveva fare in occasione della presentazione o comunque di un convegno della sua formazione politica, denominata Forza Sud. Io sono amico personale di Micciché e dunque per questo Bisignani mi chiese un consiglio su quale giornalista potesse redigere questo intervento svolgendo la funzione di Ghost writer o similare».

Perché Obama sì e Micciché no? La risposta è boh.

Comunque io sono una ghost writer. Al vostro servizio.

lunedì 20 giugno 2011

Stronzi e cagarsi sotto. il turpiloquio di Pontida per scaldare gli animi e mostrare i muscoli

E sì, a volte il turpiloquio non è altro che una captatio benevolentiae, niente di più che un espediente classico dell'oratoria utilizzato per catturare la simpatia del pubblico.

Ieri il popolo del pratone di Pontida è stato allietato dalle parolacce del proprio capo Umberto Bossi.

I giornalisti che davano la Lega per spacciata sono stati definiti "stronzi".

Invece, il premier Berlusconi che, all'ultimo momento, ha fatto dietro front sul documento per lo spostamento dei ministeri al nord si è "cagato sotto".

Oltre alla funzione di rianimazione, il turpiloquio viene spesso utilizzato anche come flebo di potere. Quanti capi, negli uffici che frequentiamo tutti i giorni, buttano lì un "cazzo" tanto per far vedere i muscoli, per far capire che comandano loro: "voglio il documento entro mezz'ora, cazzo"

Quanto sarebbe bello, solo per una settimana, tradurre quel "ca..." con un "per favore, è veramente importate".

Sarebbe bellissimo, cazzo!

sabato 18 giugno 2011

Berlusconi parla a una platea vuota. Potevano dirglielo, però

Il buffet è il nemico pubblico numero uno dei discorsi potenti. Non ci sono dubbi: gli oratori devono temerlo come le piattole, la rogna, la peste bubbonica.

Ieri Silvio Berlusconi è intervenuto telefonicamente a un convegno in Calabria, organizzato dalla fondazione John Motta.

Per un disguido tecnico banale, la telefonata del premier sembra sia arrivata quando il pubblico aveva abbandonato la platea per dirigersi al buffet (video).

Nella sala erano rimasti solo alcuni tecnici, il repubblicano Francesco Nucara e un avvocato della fondazione John Motta.

Perché nessuno ha detto nulla?

Brunetta e la vecchia storia dei lavori che gli italiani non vogliono più fare



Martedì scorso, al convegno di Roma "Giovani innovatori", il ministro Brunetta ha subito un grave attentato alla sua persona: una domanda dal pubblico.

L'attentatrice era Maurizia Russo Spena, una precaria della pubblica amministrazione.
Saputo che la richiesta di intervento proveniva dalla Rete de precari, il ministro ha lasciato la sala dicendo:


"io con voi non ci parlo. Siete l'Italia peggiore"


La reazione ha scatenato critiche e indignazione e tutti ci siamo chiesti: non è che ora, per giustificarsi, il ministro tira fuori quel vecchio adagio degli italiani che non hanno voglia di lavorare e dovrebbero andare alle cinque del mattino a scaricare le cassette al mercato?


Ebbene sì. Lo ha fatto. Banalità a parte, forse il ministro non sa che anche gli scaricatori di cassette sono precari.


Voto per l'argomentazione del mercato alle cinque del mattino: 2.

giovedì 9 giugno 2011

“Discorsi potenti” in esaurimento. Al via la ristampa

Comunico con piacere che la prima edizione di “Discorsi potenti”, il libro da cui è nato questo blog, è in esaurimento.

L’editore Franco Angeli ha avviato la ristampa.

Grazie a tutti,
Flavia

martedì 7 giugno 2011

Il “Trapattonish”, il pidgin del ct della nazionale irlandese




Giovanni Trapattoni dà sfoggio del suo personalissimo (e piacevole) stile linguistico (video).

Alla domanda «Le manca l’Italia?» il commissario tecnico della nazionale irlandese risponde creativamente e le sue parole sono riportate da La Repubblica:

«No, si lavora meglio altrove, of course, da noi non c’è pazienza, troppo campanilismo, tensioni esagerate, nessuno che ha tempo di costruire. Vogliamo l’uovo, la gallina e il culo caldo. La gallina e l’uovo, yes, bisogna scegliere. Quando la gallina dice coccodè coccodè, poi goes on. E l’uovo lo lascia lì.”

È una sorta pidgin, un’idioma che nasce dalla contaminazione tra lingue diverse venuto in contatto a causa di migrazioni, colonizzazioni o scambi commerciali. Per fare un esempio, sono un’evoluzione del pidgin le lingue creole dei Carabi.

Nel Trapattonish c’è un po’ di italiano, un po’ d’inglese e un quanto basta di tradizione popolare. Tutto frullato a dovere.

lunedì 6 giugno 2011

Collana “La forza delle parole” de L’Espresso: il manierismo di Che Guevara


Ernesto Che Guevara, il rivoluzionario di professione, era un manierista?
Ebbene sì.

Nel suo discorso all’incontro nazionale dei lavoratori dello zucchero, tenuto nel 1961 a Santa Clara, il Che si serve di immagini trite e stantie:

«Compagni, salutando voi, noi oggi salutiamo l’intero popolo di Cuba, perché Cuba, da quando è diventata una repubblica indipendente, vive sotto il segno dello zucchero […].
Questa assemblea di lavoratori e amministratori della produzione di zucchero ci mostra gli stesso volti, tutti scuriti dal sole, tutti induriti dal lavoro, e ci mostra le stesse mani rese callose dall’aver impugnato una qualunque delle armi di produzione.»

"volti scuriti dal sole", “mani callose”: quante volte l’abbiamo sentito!

venerdì 3 giugno 2011

La profezia di Celentano ad Annozero

Innanzi tutto mi scuso per il silenzio. Alcuni di voi si sono preoccupati e mi hanno scritto. Li rassicuro: sto bene, sono solo uscita ora dal tunnel di una consegna per me particolarmente impegnativa.

Ma torniamo ai temi del blog.

Ieri Adriano Celentano è stato ospite di Annozero di Michele Santoro e ha espresso il suo parere contro il nucleare, invitando i cittadini a votare “Sì” al referendum del 12 e 13 giugno.

Dal punto di vista della comunicazione, sono sempre interessanti le “uscite” di Celentano.

Anche ieri sera il cantante non ha tradito il suo stile che definirei –senza mezze misure - profetico.

Celentano si è posto come colui che rivela una verità ancora non pienamente conosciuta. Una verità che riguarda il futuro del genere umano.

Queste le sue parole:
«Stavolta è questione di vita o di morte. Noi non possiamo assolutamente permettere che non si raggiunga il quorum»

La profezia di Celentano è condita, però, da una nota di sarcasmo, grazie a un gioco di parole che la rende più adatta al mezzo televisivo, ma non per questo meno drammatica:
«Se disgraziatamente l’affluenza alle urne fosse al di sotto del 50% + 1, il “quorum”, dopo, ce lo fanno loro [i politici].»

Di seguito una profezia tratta dalla Bibbia:
«Ecco, il giorno del Signore arriva implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare della Terra un deserto, per sterminare i peccatori» (Isaia 13,4)

Manca il “quorum”, ma il tono è quello e i giorni del referendum diventano giorni del giudizio.