mercoledì 5 settembre 2012

Michelle Obama contro Ann Romney: guerra di retorica rosa

Ieri sera Michelle Obama ha dato la sua personale zampata alla rivale Ann Romney, nel corso della convention democratica di Charlotte negli Usa.
Una Michelle che sfoggia il suo aspetto sicuro di sempre, con un vestito rosa, un velo di lucidalabbra, le immancabili braccia scoperte. Un’oratrice navigata: sottolinea con l’intonazione le parole chiave, parla senza fretta ma con il ritmo della passione, osserva le pause di rito, non si compiace degli applausi, incrina la voce quando il tema lo richiede.
Sfodera tutti i topos della cultura americana: il duro lavoro (hard work), il merito, i sani valori delle famiglie umili ma oneste.
Nel suo discorso, lei e Barack sono i protagonisti di un’epopea contemporanea. Provengono da due famiglie con pochi mezzi ma di sani principi; erano poveri ma oggi sono ricchi, non per i soldi accumulati ma perché possono godere del privilegio di aiutare gli altri. Ma, elemento fondamentale, non sono stati cambiati dal successo, sono rimasti fedeli a se stessi:
«Per me Barack è sempre il ragazzo che mi veniva a prendere con un’automobile così malandata che, dal posto del passeggero, si vedeva l’asfalto attraverso i buchi sotto i piedi.»
«Essere presidente non cambia chi sei ma rivela chi sei.»
Molti i punti in comune nei discorsi delle sfidanti Michelle e Ann.
Il romanticismo dei primi tempi insieme ai propri mariti: i due fidanzatini Barack e Michelle nella macchina sfasciata e il ricordo del ballo della scuola in cui Ann si è innamorata di Mitt Romney. I valori familiari ricordati da entrambe. L’amore incondizionato delle due signore per i mariti dopo anni e anni di matrimonio. Il riferimento ai malanni di famiglia, la sclerosi del padre di Michelle e la sclerosi e il cancro al seno di Ann (vedi il post: “Ann Romney. La Barbie dalle parole di ferro”).
Tuttavia, rispetto a Ann, Michelle può vantare un marito che si è fatto da solo e che incarna in pieno il topos dell’american dream:
«Barack conosce il sogno americano perché lo ha vissuto.»
Immancabile il riferimento alle dinner, il moneto chiave della giornata che vede la famiglia moderna riunita intorno al tavolo. Obama, nelle interviste e nei social media, ricorda spesso che, quando non è in viaggio, fa di tutto per presenziare alla cena delle 18,30 con Michelle e le figlie.
Lo ricorda anche Michelle, sottolineando come Barack partecipi alla vita familiare «partecipando alle strategie sulle amicizie della middle school.»
Per l’explicit (la conclusione) la first lady conserva l’arma letale: la captatio benevolantiae:

«Non sono qui come First Lady, ma come “Mum in Chief”, è questo il mio titolo più importante.»

Video: http://www.bloomberg.com/news/2012-09-05/michelle-obama-makes-personal-appeal-in-convention-speech.html

3 commenti:

  1. Mannaggia il video è tutto in inglese!!!! c'è una versione sottotitolata in italiano o romano? A parte gli scherzi alla luce di quello che ho letto adesso e di quello che ho sentito su tg2 ho visto una michelle Obama che da una parte coglie l'esempio della sua Barbie-avversaria presentandosi come classica madre americana e moglie innamorata e dall'altra ci mette (sapientemente) del suo presentando il marito come la vera incarnazione dell'uomo che si è fatto da sè. Gli esempi che fa sono molto più vicini alla vita reale di quelli fatti da ann romney molto romantica ma troppo, troppo impegnata ad infiocchettare la vita del marito. Romney è il cavaliere che la riaccompagna dal ballo della scuola, Obama è quello che arriva (come forse la maggioranza degli americani in questo momento) con la macchina scassata (sapiente uso dello humor). E anche sulla famiglia è ancora più precisa: Barak fa tutto per tornare a cena e farsi vedere/sentire dalle figlie. In poche parole strategie simili ma tattiche differenti e gli esempi di Michelle sono molto più vicini all'elettorato di quelli di Barbie.Non entro in merito ai contenuti politici solo perchè non ho avuto modo di sentirli ma su dave letterman qualcosa aveva già detto

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  2. Ciao,
    ecco la traduzione: http://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigator.aspx?d=06-09-2012&pdfIndex=30

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  3. Bellissimo discorso quello della Sig.ra Obama.
    la pensata della "Mum in Chief" sapevo ti sarebbe piaciuta. ;-)


    saluti.

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