1998-2010: gli anni passano ma l’eufemismo è sempre di moda. Ricompare su tutti i media con l’espressione «bunga bunga», riferita alle pratiche sessuali che, secondo le dichiarazioni della testimone diciassettene Ruby, si sarebbero tenute nella villa di Berlusconi ad Arcore.
L’eufemismo (dal greco eu = bene e phēmì = dico) è una figura molto frequente per dire senza dire, con l’obiettivo di evitare di offendere sensibilità e oltraggiare l’altrui senso del pudore.
Lo scandalo Clinton-Lewinsky del 1998 ci ha offerto una sorprendente collezione di salti mortali linguistici per definire lo sperma presidenziale, che aveva macchiato il tailleur della stagista Monica. Eccone una selezione: «fluido corporeo», «materiale genetico» o, in modo ancora più vago, alcuni parlarono di «indizi che farebbero supporre l’esistenza di un contatto sessuale».
Bunga bunga sembra derivi da una barzelletta cara al premier. La freddura recita, più o meno, così: due ministri del governo Prodi vengono catturati da una tribù africana. Il capo tribù pone un’alternativa ai due malcapitati: morire o bunga bunga. Il primo ministro sceglie per la soluzione bunga bunga e viene violentato; il secondo sceglie di morire. Ma il capo tribù dice: «prima bunga bunga, poi morire».
La barzelletta era, in origine, un componimento popolare in metrica accompagnato dalla musica.
(discorsi potenti)
questa del fluido corporeo è bellissima non l'avevo mai sentita. Complimenti per il blog!!
RispondiEliminaFrancesco Schlitzer
Originale senza essere stravagante, intelligente senza diventare noioso...Un blog fuori dal coro! Continua così, cara Flavia. Complimenti.
RispondiEliminaConcetta de Septis