Quando la rivoluzione diventa una situazione permanente - e quarantennale – la parola stessa diventa poco credibile, perché dovrebbe riferirsi a una situazione repentina e temporanea.
Gheddafi si definisce un «leader rivoluzionario», malgrado sia a capo del regime dittatoriale libico dal 1969.
La politica ci ha abituato a queste contraddizioni, che in retorica si chiamano ossimori. Solo un esempio: la «rivoluzione permanente» di Trotsky, sempre per rimanere nel campo rivoluzionario; le «convergenze parallele», espressione attribuita a Moro; il «partito di lotta e di governo» di Berlinguer.
L'ossimoro è una figura retorica molto efficace e frequente che accosta concetti di significato contrario.
E il potere delle contraddizioni – reali o apparenti – non deve essere mai sottovalutato. Pensiamo a Dio. Non è, forse, uno e trino?
Gheddafi si definisce un «leader rivoluzionario», malgrado sia a capo del regime dittatoriale libico dal 1969.
La politica ci ha abituato a queste contraddizioni, che in retorica si chiamano ossimori. Solo un esempio: la «rivoluzione permanente» di Trotsky, sempre per rimanere nel campo rivoluzionario; le «convergenze parallele», espressione attribuita a Moro; il «partito di lotta e di governo» di Berlinguer.
L'ossimoro è una figura retorica molto efficace e frequente che accosta concetti di significato contrario.
E il potere delle contraddizioni – reali o apparenti – non deve essere mai sottovalutato. Pensiamo a Dio. Non è, forse, uno e trino?
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