giovedì 7 aprile 2011

Cesare Geronzi e i soprannomi: la cronaca diventa fiction

Il linguaggio del potere è popolato di soprannomi, che rendono i protagonisti leggendari personaggi di una narrazione, di un racconto, di una fiction. Troviamo moltissimi esempi nel passato, come Ivan IV di Russia, detto Ivan il Terribile; Federico II, detto Stupor mundi (il mio preferito!); Giuseppe Garibaldi, l'Eroe dei due mondi. Tanti, tantissimi anche i soprannomi della storia contemporanea. Chi non ha in mente almeno uno dei soprannomi di Giulio Andreotti: Divo Giulio, il Gobbo, Belzebù? Molti, poi, ricorderanno il Dottor Sottile, Giuliano Amato; il Coniglio Mannaro, Forlani; il Cinghialone, Craxi. Alcuni nomignoli fanno sprofondare il personaggi cui sono attribuiti nella retorica del bar dello sport, come Cicciobello per Francesco Rutelli e Er Pecora per Teodoro Bontempo. Il numero di soprannomi e di epiteti di Cesare Geronzi è forse una testimonianza del grande potere che l'ex presidente delle Generali, ha (o ha avuto). Ce li ricorda Alberto Statera in un articolo su La repubblica di oggi: Uomo universale; Dottor Koch, dalla sede della Banca d'Italia che si trova a palazzo Koch; Penna Bianca. Colpisce, tra tutti, il soprannome Grande Taxi, che Cirino Pomicino aveva preso in prestito da Enrico Mattei, primo presidente dell'Eni, che sosteneva di usare i partiti italiani come un «taxi». Da Stupor mundi al Taxi: la storia fa il suo corso.

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