Quanti epiteti e quante figure nel discorso radiofonico di Sandro Pertini del 27 aprile 1945.
Due giorni dopo la liberazione di Milano, Pertini si rivolge ai lavoratori milanesi incitandoli al riscatto, divenuto un obiettivo possibile grazie alla fine dell’oppressione nazifascista.
La retorica e gli espedienti stilistici danno enfasi alle parole di Pertini.
Tanti gli epiteti. La bandiera rossa è «rossa bandiera»; le armate che hanno vinto sono «vittoriose armate»; i partigiani coraggiosi sono «fieri partigiani».
Efficaci le figure e i paragoni. La dittatura fascista era fatta di «catene»; il nazifascismo è «un mostro»; la patria provata dalla guerra è «sanguinante» e Mussolini – senza troppi giri di parole – «meriterebbe di essere ucciso come un cane tignoso».
C’è ancora qualcuno che pensa che retorica e chiarezza siano in contrapposizione tra loro?
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