Esce in questi giorni il film di Luc Besson "The lady", dedicato all'orchidea d'acciaio: il premio Nobel Aung San Suu Kyi, la donna politica birmana che ha sempre lottato per i diritti umani, pagando la sua scelta con l'allontanamento dalla famiglia e con vent'anni di arresti domiciliari.
In un video discorso inviato nel 1995 alla Conferenza mondiale sulle donne, Aung San offre una lezione su una parola chiave e ribalta un luogo comune.
La parola chiave è "tolleranza"; il luogo comune da ribaltare è la negatività del fatto che le donne parlano troppo.
La tolleranza. Secondo Aung San Suu Kyi la mancanza di tolleranza non è dovuta a un'eccessiva considerazione di sé, ma al suo contrario: l'insicurezza. Chi è consapevole del proprio ruolo sa valorizzare gli altri ed è in grado di accettare il dissenso.
«Spesso l'altra faccia della medaglia dell'intolleranza è l'insicurezza. Le persone insicure tendono a essere intolleranti, e la loro intolleranza dà libero sfogo a forze che minacciano la sicurezza degli altri. E dove c'è insicurezza, non può esistere una pace durevole»
Le donne parlano troppo. Aung San Suu Kyi sostiene che la propensione delle donne a parlare non sia una debolezza, ma un elemento di forza. Parlare, infatti, significa dialogo, significa confronto pacifico:
«in tutto il mondo è diffuso un vecchio pregiudizio secondo il quale le donne parlano troppo. Ma è veramente una debolezza? Non è piuttosto un elemento di forza? (...) le donne possono dare un valido contributo nelle situazioni di conflitto, portando a soluzioni basate sul dialogo piuttosto che sulla violenza».
Due argomentazioni potenti.
http://www.boardofstudies.nsw.edu.au/syllabus_hsc/pdf_doc/english-advanced-speeches-2009-2014.pdf
Bellissima argomentazione, quella sul rapporto tra intolleranza e insicurezza, che sembra essere quasi il logico sviluppo di quanto Fromm scriveva su Fuga dalla Libertà ,ovvero che la libertà è un grande valore, ma anche un grande peso, una grande responsabilità, per quelle persone (la maggioranza per Fromm), che preferiscono, "rifugiarsi" in qualcosa di più sicuro come l'autoritarismo o il conformismo. A questi due antivalori basterebbe aggiungere il termine "intolleranza" per capire quanto i due pensieri sono simili. In merito alla riflessione sul "parlare troppo delle donne" non dico niente. Mi limito solo ad aggiungere il termine "geniale" dove tu hai scritto "potente".
RispondiEliminaCiao Flavia