giovedì 16 febbraio 2012

Celentano è solo un manierista, non un anticonformista

«Giornali come Avvenire e Famiglia Cristiana andrebbero chiusi, si occupano delle beghe della politica e non parlano del paradiso».

È solo un ingrediente del frullato di banalità servito da Adriano Celentano lunedì sera al Festival di San Remo.

Prevedibilmente, la dichiarazione ha scatenato un putiferio di polemiche, ma ha anche portato alla Rai il record di audience con relativa scorpacciata di raccolta pubblicitaria.

Altrettanto prevedibilmente il molleggiato gongola, chiuso nel suo inespugnabile albergo sanremese.

Viene spontaneo interrogarsi: Celentano è uno controcorrente o un predicatore da quattro soldi?

Né l’uno, né l’altro. È una persona che conosce fin troppo bene la logica dei mass media e sa che la polemica paga, soprattutto se oziosa e ingiustificata. Soprattutto se ti fa prudere le mani, se ti fa pensare “ma guarda tu questo che sta dicendo”, se ti fa venire voglia di intervenire per dire la tua. E, diciamo la verità, se ti fa sentire più intelligente di chi la sta propinando.

È il meccanismo ben noto di Sgarbi e Bossi e del Cruciani della Zanzara di Radio 24.

Si tratta di un manierismo, della riproposizione di un modello consolidato. Altro che anticonformismo.

2 commenti:

  1. Concordo con tutto ciò che hai scritto ma aggiungerei alla definizione di manierista anche quella di CONFORMISTA nell'accezione più paracula del termine. E' stato infatti berlusconiano nel 1994 e acceso sostenitore di Pisapia diciotto anni dopo. Cattolicissimo mentre cantava davanti a Giovanni Paolo II nel 97 e contestatore della chiesa in questi giorni (starà cavalcando l'onda di un malcontento sommerso lo stesso che ha messo in evidenza l'esenzione dall'ICI di molti beni ecclesiastici?). Nel farlo però, come giustamente hai notato, è rimasto manierista nel modo di proporsi. Cosciente della sua ignoranza, con finta furbizia, sceglie un linguaggio semplice e banale (quello che ai suoi occhi dovrebbe avere l'uomo qualunque da lui rappresentato)ben farcito dai luoghi comuni del momento. Peccato che forse, un pò per i tempi che sono cambiati un pò perchè l'uomo comune alla fine è un pò più intelligente di lui, questa tattica funziona solo parzialmente. E' vero infatti che la polemica si innesca, dando pubblicità al personaggio, ma è vero anche che si pubblicizza anche la meschinità e la "miseria" dialettica e umana del personaggio stesso(i famosi silenzi sono l'espressione di una profonda meditazione o di una lotta interiore con la lingua italiana?). Forse l'atteggiamento migliore da tenere con questo signore è quello che ebbe David Bowie nel 99, che alla luce del concetto per cui è pericoloso parlare con un idiota (ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza)affrontò i silenzi e le profonde domande di Celentano con un sorriso canzonatorio e con una bella battuta finale(una di quelle che non ti danno il tempo di replicare). E in quell'occasione "an idiot" come lo definì il grande cantante britannico si palesò per quello che veramente era
    Scusa la chiacchiera ma non sopporto Celentano
    Ciao Flavia

    ps: allego brano ed intervista
    http://www.youtube.com/watch?v=paPWlphXY8U

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  2. Ciao,
    grazie mille per la segnalazione.
    Flavia

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