venerdì 2 dicembre 2011

Profilattico, profilattico, profilattico, diciamolo!



Promuovere la prevenzione dell'Aids senza parlare di preservativo è come sperare che i nostri bambini si lavino i denti senza mai mostrare loro uno spazzolino; come dire loro di studiare senza mai pronunciare la parola compiti; come sperare che abbiano le orecchie pulite senza mai accennare all'esistenza di una cosa che si chiama acqua.

In preparazione della giornata mondiale contro l'Aids celebrata ieri dalla Rai, le redazioni hanno ricevuto questa e-mail interna:

«Carissimi, segnalo che nelle ultime ore il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alla necessità di sottoporsi al test Hiv in caso di potenziale rischio. Se potete, sottolineate questo concetto». È la linea del neo nato ministero della salute, guidato da Renato Balduzzi.

Un drammatico errore di comunicazione? Dipende dall'obiettivo che si vuole ottenere.
Se lo scopo è diminuire le infezioni di Hiv e la mortalità per Aids, lo è. Se, invece, lo scopo è riempire l'ennesimo pomeriggio televisivo, non lo è.

Ma ognuno si prenda le sue responsabilità. E, nel caso dell'Aids, le responsabilità non sono poche.

Concludo con un inno all'amore e alla vita: preservativo, preservativo, profilattico, condom, condom, condom forever and ever.

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